Crisi economica e corruzione non sono due entità distinte ma collegate, l’una influisce sull’altra e viceversa. Lo dice la Corte dei Conti, affidandosi alle parole del presidente, Raffaele Squitieri, pronunciate nel discorso per l’inaugurazione dell’anno giudiziario alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Il pericolo più serio per la collettività – è stato il messaggio rivolto al nuovo capo dello Stato – è una rassegnata assuefazione al malaffare, visto come un male senza rimedi. Non possiamo permettere che questo accada”. Nella sua relazione il numero uno della massima magistratura contabile auspica una pubblica amministrazione efficiente e una giustizia dai tempi certi e celeri, al fine di “favorire l’imprenditorialità” e “rimuovere le rendite di posizione e le restrizioni alla concorrenza”. Squitieri ha anche evidenziato “l’esigenza, assoluta, di assicurare trasparenza e regolarità nelle varie gestioni, attraverso procedure pubbliche che garantiscano un’effettiva parità di posizione tra tutti gli operatori”. In particolare, “ritengo negativo il fenomeno, diffuso, delle ripetute proroghe e rinnovi nell’importante settore dell’attività negoziale pubblica”.
L’appello finale di Squitieri ha riguardato “le crescenti difficoltà gestionali connesse al perdurare della crisi ed il ripetersi di fenomeni di mala gestio e di corruzione, che pensavamo di aver lasciato alle spalle” le quali rischiano di incrinare, oggi, “non solo il rapporto tra cittadini e classe dirigente del Paese, ma la stessa speranza di poter trarre dall’azione pubblica nuovo impulso per il ritorno su livelli di crescita soddisfacenti”. In tutto ciò il pericolo più serio per la collettività è rappresentato da “una rassegnata assuefazione al malaffare, visto come un male senza rimedi. Non possiamo permettere che questo accada. Non possiamo lasciare che prenda forza l’idea di una societa’ incapace di compiere scelte collettive, di perseguire, a livello di amministrazione pubblica, obiettivi concreti e di garantire un sistema di servizi efficiente e sostenibile. E’ pertanto, prioritario riorganizzare le strutture dello Stato, puntando a che queste rispondano, con rapidità e trasparenza, ai bisogni dei cittadini”.
Nel corso della sua relazione, il presidente della Corte dei Conti ha anche parlato della situazione economica italiana, caratterizzata ancora da una “estrema fragilità'” e “perdurante sfiducia degli operatori”. Secondo Squitieri “le più recenti previsioni concordano nel valutare che, in Italia, nel 2016, il livello del prodotto interno lordo resterebbe di ben sette punti al di sotto di quello del 2007”, l’anno che ha preceduto l’esplosione della crisi finanziaria mondiale. In questo quadro si radicano “elementi di novità di grande rilievo”: il crollo del prezzo del petrolio; il deprezzamento dell’euro; la flessibilità sul Patto di stabilità e il programma di “Quantitative easing” deciso dalla Bce.