Dalle tangenti su Expo a quelle del Mose sino all’ultimo scandalo di Ischia, gli appalti continuano a far gola alla malavita e alla politica corrotta e i risultati di questo trend sono sotto gli occhi di tutti: strutture incomplete, costruite con materiali scandenti, e danni all’erario. Ma il nostro Paese ha urgente bisogno di opere pubblica per modernizzarsi e rinunciarvi per timore del malaffare è già di per sé una sconfitta. Così la pensa Raffaele Cantone che oggi ha aperto il convegno “Promuovere l’integrità degli appalti pubblici per la realizzazione di grandi infrastrutture e grandi eventi. La vigilanza degli appalti pubblici di Expo Milano 2015”.
Un’occasione per parlare di un tema scottante mai risolto. “L’esperienza dell’Expo può essere considerata come un’esperienza ripetibile, purché si consideri come eccezionale – ha detto il presidente dell’Anticorruzione -. Credo che le grandi opere, i grandi investimenti possano richiedere interventi eccezionali sul piano dei controlli ma in prospettiva dobbiamo uscire dalla logica dell’eccezionalità. Le opere pubbliche devono essere fatte in tempi ragionevoli e decenti, non possono diventare dei problemi patologici”. L’incontro si è svolto nell’ambito del protocollo d’intesa firmato da Anac e Ocse lo scorso ottobre per la cooperazione su Expo 2015. L’accordo ha l’obiettivo di mettere in pratica l’esperienza di lotta alla corruzione di Anac e Ocse al fine di garantire la trasparenza, la correttezza, l’efficacia e l’efficienza delle procedure concernenti la realizzazione del grande evento che partirà a maggio a Milan.
Si tratta di un progetto pilota che oltre a poter sortire i propri effetti diretti nell’ambito di Expo, a cui direttamente si riferisce, potrà costituire un più generale modello di controllo in un’ottica di collaborazione istituzionale per la verifica delle procedure di affidamento dei contratti pubblici, e della successiva realizzazione degli stessi, secondo i più elevati standard e le migliori metodologie internazionalmente riconosciuti. Nello stessa occasione Cantone ha avuto modo di commentare il ddl corruzione al vaglio del Parlamento. Il numero uno dell’Anac, pur dicendosi soddisfatto, ha smorzato i facili entusiasmi provenienti dal governo. “La legge è utilissima – ha spiegato – ma è solo un pezzo: pensare che abbia effetti salvifici significa dare un messaggio sbagliato ai cittadini, perché sarebbe una presa in giro dire che oggi approviamo la legge e domani non c’è più la corruzione”.