Torna indietro il Movimento 5 stelle sull'emendamento alla Manovra con il quale chiedeva la concessione a titolo gratuito di contraccettivi a tutti i giovani sotto i 26 anni e ai richiedenti asilo e giunti in Italia sotto protezione umanitaria. Una retromarcia arrivata a 24 ore dalla proposta dell'emendamento, fortemente contestato dal Partito democratico perché primo presentatore in sede di Commissione affari sociali, nonché pronto a contestare pentastellati, accusati di aver ripresentato l'emendamento come proprio. A dare conto del dietrofront del M5s sulla questione è il capogruppo alla Camera Francesco D'Uva: “L'idea di fornire preservativi gratis anche ai migranti beneficiari di protezione internazionale o richiedenti asilo merita attenzione, ma per il momento è destinata a non avere riscontro… Si tratta di un emendamento proposto da alcuni esponenti del Movimento 5 stelle, che hanno autonomamente preso un'iniziativa importante, sulla quale però non c'è accordo con la Lega”.
L'altolà di FdI
Rientra, dunque, la polemica alzata contro i promotori dell'emendamento che, a detta di D'Uva, sarebbe quindi stato ritirato per non aprire altri terreni di frizione con l'altro lato della maggioranza dell'esecutivo, anche considerando i numerosi altolà arrivati dalle altre forze politiche, tra le quali quelle di Centrodestra: “Così oltre a vitto e alloggio – ha detto la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni -, paghetta e Wi-Fi, gli italiani dovranno pagare pure i preservativi a chi si dichiara richiedente asilo, e che nell'85% dei casi risulta essere un clandestino. A questo non ci era arrivata nemmeno Laura Boldrini”.
La proposta dem
Per quanto riguarda il Partito democratico, a presentare una proposta sul tema era stata la deputata dem Giuditta Pini, secondo la quale “la contraccezione è un diritto fondamentale alla salute, va inserita nei livelli essenziali di assistenza”. Secondo quanto previsto dall'emendamento, nel novero delle distribuzioni erano compresi tutti i contraccettivi, con una previsione di copertura spese a tutti i giovani sotto i 26 anni e alle persone che non raggiungono i 25.000 euro annui di reddito.