L'immigrazione è un fenomeno complesso, nessuno può pretendere di avere l’idea risolutiva” e, soprattutto, “nessuno può fare da solo” ma, semmai, è necessario “perseguire l’obiettivo di una gestione europea dei flussi”. Così il premier Giuseppe Conte in un colloquio pubblicato stamane sul Corriere della Sera. “Il problema – aggiunge – non si limita solo agli sbarchi delle ong. Adesso ci stiamo confrontando col fenomeno delle piccole imbarcazioni, che sono ancora più insidiose da contrastare, perché si tratta di sbarchi illegali” precisa Conte, in quanto si ha a che fare con un fenomeno “governato dalla criminalità organizzata, che studia sempre nuove modalità per i suoi affari”.
Imbarcazioni fantasma
Il presidente del Consiglio si riferisce all’inchiesta del quotidiano di via Solferino relativa ai numeri delle “imbarcazioni fantasma” che dall’inizio del 2019 hanno traghettato in Italia 2.486 persone mentre nello stesso periodo i migranti soccorsi dalle organizzazioni non governative sono stati meno di 600. “È evidente – prosegue il premier – che il problema delle piccole imbarcazioni è più complicato. Serve coordinamento per gestire le operazioni di controllo delle nostre acque e delle nostre coste e per rendere efficaci i meccanismi di redistribuzione, nei Paesi europei, dei migranti che riescono a sbarcare”. “Sono sempre più convinto che il fenomeno dell’immigrazione vada affrontato in sede europea, attraverso meccanismi europei. È impensabile che un Paese come il nostro, che ha confini soprattutto marittimi, possa far da solo di fronte a emergenze del genere”. Il premier aveva auspicato una risoluzione politica anche in Libia. Lo aveva detto lo scorso 4 luglio all'indomani tragico attacco ad un centro di detenzione di Tripoli costato la vita ad oltre 60 migranti: “Riaffermiamo che l’unica soluzione in Libia è una soluzione politica”.