La notizia è che la procedura d'infrazione non sarà avviata e, questo, è già un parziale risultato. Per Bruxelles, però, la partita sulla Manovra non è ancora chiusa e il maxiemendamento che verrà discusso in Senato potrebbe non avere ancora in tasca l'accordo definitivo con Roma. L'intesa annunciata in via informale dal Mef nella serata di ieri, secondo quanto riferito da fonti della Commissione Ue, servirebbe esclusivamente a permettere al Parlamento di discutere il testo, approvarlo in Senato e, poi, di rivedere il tutto al tavolo comunitario. A darne conto è stato lo stesso vice-Juncker, Vladis Dombrovskis, il quale ha confermato che la procedura è accantonata e che si attenderanno le mosse dell'Italia.
Il punto di vista della Commissione
“La soluzione sul tavolo non è ideale – ha detto Dombrovskis -, non dà una soluzione a lungo termine per i problemi economici italiani, ma ci consente di evitare per ora di aprire una procedura per debito, posto che le misure negoziate siano attuate pienamente”. E ancora: “Le misure addizionali trovate dall'Italia ammontano a 10,25 miliardi”. Stessi toni per il Commissario alle finanze Pierre Moscovici: “E' una vittoria del dialogo politico che la Commissione ha preferito rispetto allo scontro. Alcuni avevano auspicato una crisi, noi invece abbiamo sempre puntato a una soluzione”.
Mediatore
Dell'intesa raggiunta con Bruxelles, Conte ha riferito in Senato. “Non abbiamo mai arretrato rispetto agli obiettivi, abbiamo salvaguardato la nostra impostazione. Non abbiamo tradito la fiducia che i cittadini hanno riposto in noi, non abbiamo ceduto“. Ora “l'azione di governo può proseguire a pieno ritmo senza gli effetti di una procedura di infrazione”. Il premier ha rivendicato il suo ruolo di “mediatore“, riconosciuto sia dal Movimento 5 stelle che dalla Lega. “Con il sostegno dei vice presidenti e del ministro Giovanni Tria in particolare sono intervenuto per riannodare i fili del dialogo con l'Europa affinché non fosse compromesso il processo riformatore” del governo, ha sottolineato osservando che l'esecutivo ha strappato un deficit superiore alle richieste della Ue. “Il reddito (di cittadinanza ndr) e quota 100 partiranno nei tempi previsti”, l'assicurazione, “si è trovata una soluzione condivisa buona per l'Italia e soddisfacente per l'Ue”. “Possiamo dire in coscienza – questa la tesi ripetuta più volte – di aver realizzato in pieno il mandato conferito dai cittadini. Attraverso una trattativa serrata condotta con tenacia e determinazione abbiamo raggiunto un punto di equilibrio sostenibile”.
Dettagli
Conte ha osservato di essere consapevole che la partita non è finita: “Gli effetti della manovra sui conti pubblici saranno monitorati in maniera rigorosa“. Va rivista la stima sul Pil “che si attesta al 1%” E questo – ha aggiunto – si “ripercuote sul saldo strutturale” che nel 2019 ammonta a “10,25 miliardi“, nel 2020 sarà di 12,24 e nel 2021 di 15,99 miliardi. Il rapporto deficit/Pil nel 2020 sarà dell'1,8%, nel 2021 dell'1,5% Il Capo dell'esecutivo, poi, sceso nei dettagli dell'intesa con Bruxelles. Previsto una norma per l'accantonamento temporaneo di una parte di alcuni specifici stanziamenti per l'importo complessivo di due miliardi, “il governo ha chiesto e ottenuto che sia applicata la flessibilità per quasi lo 0,2%” per un “piano straordinario di infrastrutture”. Ed ancora: “più tasse su giochi, un'imposta sui servizi digitali“, nelle Pa centrali slitteranno al novembre 2019 le assunzioni nell'ambito del turnover del personale. Inoltre: dal primo gennaio 2019 si “introduce un'imposta unica sui pronostici e sulle scommesse”, via la mini-Ires a enti non commerciali, rimodulati 800mln dal fondo coesione territorio, taglio dell'adeguamento delle pensioni e agli assegni d'oro”. Infine: revisione delle clausole di salvaguardia Iva per il 2020 e il 2021″, risparmi anche dalle risorse destinate a Fs.