Non è un momento facile per il governo italiano, stretto fra la morsa dell'Unione europea che non intende retrocedere sul suo parere negativo alla Manovra, e la volontà delle due forze di maggioranza dell'esecutivo di tirare dritto sui contenuti della Legge di bilancio. Decisivo, in questo senso, potrebbe essere l'incontro Conte-Juncker, con il premier italiano che vorrebbe cogliere l'occasione per ribadire l'intenzione italiana di non lasciarsi andare ad alcun tipo di contrasto alle regole Ue: “Non vedo l'ora di confrontarmi con lui – ha detto Conte -. Siamo responsabili, non c'è nessuna presunta ribellione all'Ue. Abbiamo un obiettivo comune con l'Europa, stiamo lavorando alla riduzione del debito”. A ogni modo, il premier precisa che “per interesse degli italiani non siamo disposti a rinunciare a nulla”.
Dialogo e linea dura
Una linea, quella del dialogo, che appare necessaria per uscire fuori dallo stato di impasse con Bruxelles, specie in un momento in cui l'esecutivo rischia microfratture in più punti, dal ddl Anticorruzione alla questione termovalorizzatori. Argomenti sui quali, nei giorni scorsi, premier e vicepremier (sia Di Maio che Salvini) hanno provato a gettare acqua sul fuoco, anche in virtù di una bocciatura alla Manovra che ha costretto entrambe le parti a focalizzare l'attenzione sull'approvazione in tempi brevi e a fare quadrato sui contenuti del testo, barcamenandosi tra la strada del confronto e la linea dura. Strada, quest'ultima, tuttora battuta dal ministro dell'Interno Matteo Salvini, protagonista di un botta e risposta a distanza con il Commissario europeo per gli affari economici Pierre Moscovici, proseguito anche nelle ultime ore: “Il popolo italiano non è un popolo di mercanti di tappeti o di accattoni. Moscovici continua a insultare l'Italia, ma il suo stipendio è pagato anche dagli italiani. Ora basta: la pazienza è finita”. E anche Di Maio, pur aprendo a linee possibili di dialogo, aveva ribadito: “Bruxelles non ci chieda di tradire gli italiani, non ci può trattare così”.
Salvini: “Nessun passo indietro”
In mattinata, lo stesso Salvini aveva ribadito che il governo “non farà passi indietro perché i soldi che abbiamo messo nella manovra economica riguardano la sanità, e il diritto alla salute non si tocca, si assumono mille ricercatori universitari, ci sono corsi di specializzazione per 600 medici. Se poi con Bruxelles vogliamo ragionare di investimenti, c'è stata l'alluvione in Veneto, in Friuli, in Trentino, in Sicilia, in Sardegna, se vogliamo mettere più soldi sulla tutela del territorio, per carità di Dio. Ma siccome sono soldi degli italiani, non dell'Europa chiederemo di poter spendere questi soldi per gli italiani”.