Di solito gli addetti allo scontro con l'Unione europea sono altri esponenti del Governo. Stupisce dunque che stavolta sia il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, a rispondere a muso duro all'ennesimo richiamo – stavolta indiretto – di Bruxelles all'Italia affinché riveda la Manovra, come richiesto a più riprese. Secondo Tria, “le previsioni della Commissione europea relative al deficit italiano sono in netto contrasto con quelle del Governo italiano e derivano da un’analisi non attenta e parziale del Documento Programmatico di Bilancio, della legge di bilancio e dell’andamento dei conti pubblici italiani, nonostante le informazioni e i chiarimenti forniti dall’Italia”. Il titolare del Tesoro in una nota ufficiale si dice “dispiaciuto” della “defaillance tecnica della Commissione”. “Rimane il fatto”, aggiunge, “che il Parlamento italiano ha autorizzato un deficit massimo del 2,4% per il 2019 che il Governo, quindi, è impegnato a rispettare”.
Sulla stessa lunghezza d'onda il primo ministro, Giuseppe Conte, secondo cui le previsioni Ue “sottovalutano l’impatto positivo della nostra manovra economica e delle nostre riforme strutturali. Andiamo avanti con le nostre stime sui conti pubblici, sulla crescita che aumenterà e sul debito e il deficit che diminuiranno. Non ci sono i presupposti per mettere in discussione la fondatezza e la sostenibilità delle nostre previsioni. Per questo riteniamo assolutamente inverosimile qualsiasi altro tipo di scenariosui conti pubblici italiani”. Inoltre, per il presidente del Consiglio “l’Italia non è affatto un problema per i Paesi dell’Eurozona e dell’Unione europea, ma anzi contribuirà alla crescita di tutto il continente”. Secondo il premier, “le riforme strutturali che mettiamo in campo, dalla riforma dei centri per l’impiego alla semplificazione del codice degli appalti, alla riforma del codice e del processo civile insieme al piano investimenti, daranno maggiore impulso alla crescita rispetto a quanto previsto dalla Commissione Ue. Sulla base di queste valutazioni, guardiamo positivamente agli sviluppi del dialogo intrapreso con le istituzioni europee”.