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Conte e Di Maio difendono la Via della Seta

Il primo ministro Giuseppe Conte e il vicepremier Luigi Di Maio difendono a denti stretti il Memorandum d'intesa con la Cina. Nel giorno della visita di Xi Jinping a Roma, le polemiche continuano a farsi rovente. Non basta l'appello che arriva direttamente dall'America per bocca di Steve Bannon, che ha tenuto una conferenza ieri in una gremitissima Biblioteca Angelica nel cuore della Capitale, ora anche dal Regno Unito, dalla City di Londra per l'esattezza, arrivano critiche all'Italia per questo accordo in un titolo del Finantial Times.

Le parole di Conte e Di Maio

Ma la tradizione dei legami tra Cina e Italia “ĆØ molto antica” – sottolinea Conte ai giornalisti cinesi – e la sintonia ĆØ “giĆ  molto buona e la prospettiva di collaborazione avrĆ  ulteriore spinta” con la nuova Via della Seta. Nell'intervista pubblicata oggi dall'agenzia Nuova Cina, il presidente del Consiglio rileva che la visita del presidente Xi Jinping e la firma del memorandum sulla Belt anf Road Initiative sono parte di una cornice di rapporti “molto solida. Penso che la crescente collaborazione tra Italia e Cina porterĆ  prima di tutto benefici ai nostri Paesi“. Sulla stessa lunghezza d'onda Di Maio:Ā “Posso assicurare che (la firma dell'accordo, ndr) ĆØ una grandissima opportunitĆ  per tutti noi, in cui ho creduto dal mio primo viaggio in Cina: ĆØ una cornice nella quale crescere insieme, sono veramente contento che domani si possa procedere alla firma come primo Paese del G7“. Lo ha detto introducendo i lavori del business forum Italia-Cina a Palazzo Barberini.

Le critiche di Ft e Tajani

Contro l'accordo Italia-Cina si schierano sia Antonio Tajani, presidente del Parlamento Ue e uomo di punta di Forza Italia, sia il quotidiano britannico Finantial Times, che titolaĀ “Il sostegno italiano alla nuova Via della Seta mette a rischio la solidarietĆ  europea”. E aggiunge cheĀ “l'impegno di Xi per lanciare un vasto programma di investimenti in Italia sarĆ  visto da alcuni come una sfida diretta al una risposta europea unitaria”. Ma nelle pagine delle opinioni il Ft da spazio anche a un contributo del sottosegretario allo Sviluppo economicoĀ Michele Geraci (M5s), secondo il quale “il memorandum d'intesa con la Cina ĆØ un successo. Spero che possa essere un modello per altri Paesi europei e per migliorare gli standard negoziati tra Ue e Cina”. La pensa diversamente Tajani, per il quale “nonĀ possiamo svendere un pezzo di sovranitĆ  italiana e europea ai cinesi”. Ospite ad UnoMattina, Tajani a proposito dei cinesi ha detto che “non possono venire in Europa a fare ciĆ² che vogliono se il loro mercato non ĆØ libero“. Pertanto le regole devono essere uguali.

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