Continua a impazzare la polemica tra i magistrati e il governo. Questa volta a parlare è il segretario dell’Anm, Maurizio Carbone, a margine della seconda giornata di congresso del sindacato delle toghe, dopo il dibattito generato dalla relazione di ieri del presidente Rodolfo Dabelli. “Non vogliamo scontri e polemiche, non è questa la finalità del nostro congresso, vogliamo trovare intese e confronto. Non facciamo paragoni con il passato – ha ribadito Carbone – la relazione era un’analisi degli ultimi due anni, chiediamo risposte concrete e forti, e questo non sempre è accaduto, soprattutto sul fronte della corruzione. Un tema su cui la stessa politica sta facendo autocritica: la legge Severino, che era stata presentata come soluzione di tutti i mali, oggi viene rivista dal Parlamento, lo stesso presidente del Senato Grasso ha detto che è insoddisfacente. Vogliamo che vengano meno errori e timidezze”.
Carbone ha ripercorso poi tutti i temi al centro del congresso: sulle intercettazioni, ha osservato che “l’attenzione della politica si è concentrata sulla pubblicazione piuttosto che sull’importanza dello strumento investigativo, questo per noi è preoccupante”. E sulla “campagna di delegittimazione”, il segretario dell’Anm ha sottolineato che “noi magistrati siamo spesso stati indicati come unici responsabili delle disfunzioni del sistema, anche con slogan, come quello ‘chi sbaglia paga’, che hanno accompagnato riforme peggiorative. Noi ci ribelliamo a questo messaggio negativo”.
Nel fratempo, anche il ministro Orlanso è tornato sulla vicenda a margine di un convegno all’Expo di Milano: “L’Anm non faccia gli stessi errori che la politica ha fatto nel passato – ha detto – cioè pensare che chiunque critica e chiunque chieda un cambiamento debba essere visto come un nemico”. “Penso che quei toni – ha aggiunto – e qualche accento acuto siano un tentativo di tenere insieme la Magistratura in un momento in cui ci sono scontri significativi al suo interno”.
Immediata la replica dell’Anm “La magistratura è unita, è sempre stata unita, nel chiedere risorse e riforme, non c’è stata mai divisione”. “La magistratura è unita nel chiedere riforme che ci diano strumenti idonei per una risposta forte alla richiesta di legalità che viene dai cittadini. Spesso siamo stati in sofferenza: 9mila cancellieri che mancano sono un ostacolo all’effettivo funzionamento della giustizia”, ha sottolineato Carbone, ricordando che all’Anm è iscritto il 90% dei magistrati. “L’Anm, dunque, parla per conto del 90% dei magistrati”, ha ricordato. “Non c’è nessuna voglia di alimentare polemiche, alla politica diciamo basta divisioni, basta slogan delegittimanti – ha continuato il segretario dell’Anm – politica e magistratura devono essere unite nell’affrontare i problemi perché si resta attoniti rispetto al proliferare di indagini e fatti corruttivi”.