Dell'Utri, Mori, De Donno, Bagarella: al termine di un processo durato 5 anni, tutti gli imputati di spicco della trattativa Stato-mafia hanno ricevuto una condanna, letta nella Corte d'Assise di Palermo presieduta dal giudice Alfredo Montalto. Agli ex generali dei Ros Mario Mori e Antonio Subranni sono stati sentenziati 12 anni di reclusione, così come all'ex senatore Marcello Dell'Utri. Otto anni per Giuseppe De Donno e Massimo Ciancimino, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e calunnia nei confronti dell'ex capo della Polizia, De Gennaro, mentre 28 ne ha ricevuti il boss di Cosa nostra Leoluca Bagarella. Assolto, invece, l'ex ministro Nicola Mancino sul quale gravava un'accusa di falsa testimonianza: “Sono sollevato – ha detto il politico a margine dell'udienza -. E' finita la mia soffrenza anche se sono sempre stato convinto che a Palermo ci fosse un giudice. La sentenza è la conferma che sono stato vittima di un teorema che doveva mortificare lo Stato e un suo uomo che tale è stato ed è tuttora”.
Teresi: “Dedicata a Falcone e Borsellino”
“Questo processo e questa sentenza sono dedicati a Paolo Borsellino, a Giovanni Falcone e a tutte le vittime innocenti della mafia”. Lo ha detto Vittorio Teresi, il pm che ha istruito il processo, il quale ha poi aggiunto: “E' stata confermata la tesi principale dell'accusa che riguardava l'ignobile ricatto fatto dalla Mafia allo Stato a cui si sono piegati pezzi delle istituzioni. E' un processo che andava fatto ad ogni costo”. Un'inchiesta partita da lontano e che affonda le proprie radici in uno dei periodi più bui della storia recente del nostro Paese, ferito al volto dai massacri mafiosi che portarono alla morte dei giudici Falcone e Borsellino e di tutti i componenti delle loro scorte, oltre alla moglie del primo, Francesca Morvillo, anch'essa magistrato. In quei giorni di sangue, secondo i pubblici ministeri Nino Di Matteo, Francesco Del Bene, Roberto Tartaglia e Vittorio Teresi, alcuni uomini dello Stato e delle Forze dell'ordine avrebbero intavolato una trattativa segreta con esponenti di Cosa nostra ufficialmente allo scopo di far cessare il periodo di stragi.
“Aspettiamo di leggere le motivazioni però è chiaro che 12 anni di condanna la dicono lunga sulla decisione della corte”. Così Basilio Milio, legale dell'ex generale Mori. “C'è però in me un barlume di contentezza, in un mare di sconforto. Sono contento perché so che la verità è dalla nostra parte. E' un giorno di speranza. Possiamo sperare che in appello ci sarà un giudizio, perché questo è stato un pregiudizio”.