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Colle, Renzi brucia Draghi: “Sta bene alla Bce”

Le chance per Mario Draghi di salire al Colle sono praticamente nulle. Per lo meno dopo le ultime parole di Matteo Renzi che, di fatto, sbarrano il cancello del Quirinale per l’ex governatore della Banca d’Italia. “Penso che Draghi sia un grandissimo uomo e che è il leader della Bce e nei prossimi anni dovrebbe continuare a ricoprire il ruolo”. Una bocciatura senza appello, espressa con i toni soft del politically correct. A Renzi non serve un tecnico vicino ai poteri forti della burocrazia europea, ma “un arbitro in grado di aiutare gli italiani ad amare il nostro Paese e pronto, se c’è un problema, ad intervenire”.

Uno come Giorgio Napolitano, insomma, che, oltre ad aver accelerato l’ascesa a Palazzo Chigi del rottamatore, è intervenuto più volte per salvaguardarne l’operato. L’identikit è quello di un riformista, e non a caso da qualche giorno si parla sempre più insistentemente di Sergio Mattarella, figlio di un padre costituente e autore del Mattarellum, la legge elettorale precedente al Porcellum. Intanto Silvio Berlusconi ha il suo candidato: si tratta di Antonio Martino. L’ex capo del governo lo ha comunicato ai deputati di Forza Italia. Ma Renzi può dormire sonni tranquilli, il leader azzurro non ha intenzione di insistere sull’ex ministro della Difesa. Il leader azzurro ha infatti chiarito che si tratterà di una “candidatura di bandiera per le prime tre votazioni per arrivare alla quarta con un nome condiviso con il Pd”

 

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