A San Giovanni si è scesi in piazza per protestare contro la riforma dell’articolo 18. Gli organizzatori parlano di oltre un milione di adesioni e la Cgil si dice pronta a “usare tutte le forme necessarie” per sostenere le richieste inoltrate a Matteo Renzi, perché noi “non difendiamo solo chi le tutele le ha già, ma chiediamo che quelle esistenti siano estese a tutti”.
La Camusso, salita sul palco dopo le testimonianze di tredici lavoratori, ha esordito dicendo: “Qui non ci sono camicie bianche, qui ci sono i colori del lavoro”. Poi ha attaccato in modo diretto Renzi che “ha usato toni non rispettosi di questa piazza” e non ha risparmiato neanche il finanziere Davide Serra, ospite peraltro alla Leopolda, “che si permette di dire che bisogna intervenire sul diritto di sciopero ma quel costo è del lavoratore, non dei finanzieri”.
Il segretario generale della Cgil ha ribadito che con la delega sul lavoro del governo non si uscirà dalla crisi stigmatizzando le modifiche a ribasso sui diritti nel lavoro. “Non si esce dalla crisi punendo il lavoro e – continua la Camusso – la Costituzione dice che bisogna stare dalla parte di chi è più debole e non dare vantaggi a chi è più forte”. Presente al comizio c’ é anche Vendola, leader di Sel, il quale sottolinea: “Se il governo opera una cancellazione dei diritti, e porta a compimento le scelte che voleva fare il governo Berlusconi, ebbene questa piazza e’ una straordinaria risposta sociale, culturale, politica. Deve essere chiaro e bisogna capire – conclude Vendola – che non c’e’ cambiamento del nostro Paese contro questa piazza. Questa piazza e’ la piu’ importante risorsa per il cambiamento di cui ha bisogno l’Italia”.