Con un'ordinanza depositata ieri, l'ufficio centrale della Cassazione ha dato parere favorevole – per quanto di sua competenza – al quesito referendario per l'abolizione della quota di maggioranza al “Rosatellum”. Il quesito referendario è stato avanzato da 8 Consiglieri regionali (Abruzzo, Lombardia, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Sardegna Basilicata e Veneto). Adesso la parola passa alla Consulta che dovrà prendere una decisione entro il 21 gennaio 2020.
La proposta di referendum
Lo scorso 30 settembre, una delegazione guidata dal senatore leghista Roberto Calderoli, ha depositato la proposta di referendum alla Corte di Cassazione che aveva però chiesto che la richiesta fosse integrata. Con l'ordinanza di ieri, la Suprema Corte ha dichiarato “conforme alle norme di legge” il documento presentato dagli 8 Consiglieri regionali per “l'abolizione del metodo proporzionale nell'attribuzione dei seggi in collegi plurinominali nel sistema elettorale della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica”.
La legge elettorale italiana
Nel nostro Paese, attualmente, è in vigore la legge elettorale denominata “Rosatellum”, in onore di Ettore Rosato, deputato del Pd che ne è stato l'ideatore. Quindi, alle ultime lezioni politiche si è votato con questo sistema che è un mix tra proporzionale e maggioritario: attualmente ci sono sia i listini bloccati plurinominali che i collegi unonominali, con la soglia di sbarramento al 3%; non è previsto alcun premio di maggioranza.