L’odissea dei nostri Marò in India sembra non dover mai finire. Il procuratore aggiunto indiano, il generale P.S Narsimha, ha fatto sapere tramite intervista rilasciata sul quotidiano The Hindu, che l’India si opporrà alla richiesta di arbitrato presentato dall’Italia al Tribunale Internazionale del diritto del mare di Amburgo (Itlos) alla prima udienza fissata per il 10 agosto. Narsimha – che rappresenterà New Delhi di fronte al tribunale tedesco – ha anticipato che “Contesteremo al tribunale dell’Itlos la sua stessa titolarità a decidere perché solo l’India ha la giurisdizione di perseguire crimini avvenuti nel Paese”.
Le polemiche nei confronti del Governo italiano non finiscono qui. “L’india – prosegue Narsimha – contesterà all’Italia anche di non aver esperito tutte le procedure legali previste (dalla legge indiana) prima di invocare la giurisdizione dell’Itlos”, che per New Delhi rappresenta solo uno dei quattro forum che possono valutare dispute internazionali. L’India obietterà anche che “Non ci sono circostanze convincenti per autorizzare qualsiasi misura provvisoria” come chiesto da Roma.
I due fucilieri Salvatore Latorre e Massimiliano Girone imbarcati sulla petroliera italiana Enrica Lexie come nuclei militari di protezione, sono accusati dal Governo di New Delhi di aver ucciso due pescatori di un peschereccio indiano il 15 febbraio 2012 al largo della costa del Kerala, stato dell’India sud occidentale. Il 21 luglio scorso l’Italia aveva chiesto al Tribunale internazionale del diritto del mare che, nell’ambito della procedura di arbitrato avviata il 26 giugno e fino alla conclusione della stessa, Massimiliano Latorre potesse restare in Italia, Salvatore Girone – attualmente recluso in India – potesse farvi rientro e che venisse sospesa ogni procedura relativa alla giurisdizione indiana a carico dei due marò.