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CASO INDESIT: INCONTRO AL MISE CON I VERTICI DI WHIRLPOOL

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Oltre 600 dipendenti della Whirlpool sono partiti con 12 pullman dallo stabilimento di Carinaro per raggiungere Roma dove si sta svolgendo la riunione al Mise tra sindacati e azienda per parlare del piano annunciato dalla multinazionale dieci giorni fa che prevede la chiusura dei siti di Carinaro, Albacina (Ancona) e del centro di ricerche di None (Torino) con 1350 esuberi, 800 dei quali nel Casertano.

Il piano della società statunitense prevede investimenti per 500 milioni per l’integrazione con l’ex marchio italiano. Dura è stata la reazione da parte del ministero dello Sviluppo che ha espresso la “forte contrarietà” del Governo “per gli aspetti legati agli impatti occupazionali”. Netta è stata anche la reazione dei sindacati dei metalmeccanici, dalla Uilm alla Fim-Cisl ed alla Fiom-Cgil che da Fabriano hanno sottolineato: “Questa è l’operazione fantastica di cui parlava Renzi?”. Una domanda a cui Palazzo Chigi ha replicato sottolineando come questa decisione sia “un fulmine a ciel sereno”. L’allarme e’ soprattutto per gli esuberi “strutturali” per la chiusura degli impianti: 815 a Carinaro, 80 a None. Deciso è stato il cambio di rotta sulla strategia riguardante il polo di Fabriano, il nucleo storico dell’impero degli elettrodomestici che era della famiglia Merloni: il piano Indesit puntava sul rilancio della fabbrica di Albacina, con l’avvio degli investimenti sancito lo scorso giugno alla presenza del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Whirlpool punta a farne “il più grande stabilimento in Europa per la produzione di piani cottura” chiudendo Albacina e concentrando la produzione sul vicino stabilimento di Melano.

Nelle Marche è scattato l’allarme, dal Governatore Gian Mario Spacca (“il piano non è accettabile”) al sindaco ed al vescovo di Fabriano, Giancarlo Sagramola e monsignor Giancarlo Vecerrica. L’azienda ha provato a calmare gli animi: produzione e occupazione di Albacina si trasferiranno di 8 chilometri a Melano, con un impatto del piano sul polo che è limitato “a 30 esuberi in più” considerati “di transizione”. Il polo Whirlpool di Cassinetta (Varese) è destinato a diventare il “più grande polo europeo dei prodotti in incasso”, con 280 operai in più. E l’Italia “sarà il principale centro di eccellenza della ricerca e sviluppo” del gruppo “con oltre il 70% della spesa totale Emea”, Europa, Medio Oriente e Africa. Nel complesso, il piano prevede una crescita della produzione in Italia “di mezzo milione di pezzi” l’anno, da 5,6 a 6,2 milioni. “Il Governo fara’ di tutto per salvaguardare i posti di lavoro del gruppo Whirlpool in Italia” ha avvertito il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, sottolineando che l’Esecutivo “ha subito chiesto e ottenuto l’impegno dell’azienda”, legato al vecchio piano di riassetto Indesit, “che escludeva qualsiasi licenziamento unilaterale fino al 2018”.

Nella mattinata di oggi circa 200 persone si sono ritrovate davanti alla sede centrale d Fabriano della Indesit per protestare contro il piano aziendale della Whirpool. Operai, operatori del call center, dirigenti e impiegati si sono riuniti per manifestare la loro contrarietà alle decisioni della clase dirigenziale. Nel frattempo oggi si è tenuto un tavolo di trattative tra la società e i rappresentanti sindacali. A differenza dell’ultimo incontro, questa volta entrambe le parti si sono sedute al tavolo, ma l’azienda ha comunicato di voler rimanere sulle sue posizioni.

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