L’assemblea Pd convocata per decidere sull’Italicum si trasforma in uno strappo che rischia di essere irrimediabile. Roberto Speranza annuncia le dimissioni da capogruppo alla Camera e la minoranza di Area Riformista decide di lasciare l’assemblea durante i lavori. “Sono qui per chiedere che l’assemblea del gruppo confermi la linea che la direzione ha dato” ha detto Matteo Renzi durante il suo intervento, chiedendo l’ok senza modifiche al testo. La volontà del premier è “chiudere la discussione sulla legge elettorale in modo definitivo”. “Oggettivamente la mediazione sulla legge elettorale c’è stata ed è in linea con il dibattito interno al Pd – ha detto Renzi – Ora la nostra discussione deve essere depurata da toni di Armageddon”.
A contestare la linea imposta dal segretario è stato anche Pierluigi Bersani.“Qui non si parla di legge elettorale bensì di un sistema democratico – ha spiegato prendendo la parola – se volete andare avanti sappiate che io non sono convinto”. Alla finestra ci sono Forza Italia, Sel e Lega che, attraverso una lettera a Sergio Mattarella, hanno chiesto di scongiurare la fiducia sull’Italicum che equivarrebbe a un golpe e a un gravissimo strappo costituzionale. “La nostra iniziativa, e quella di altre forze di opposizione – ha detto Arturo Scotto di Sinistra Ecologia e Libertà – non è un modo di tirare per la giacchetta il Capo dello Stato, ma un appello perché si garantisca un libero dibattito parlamentare senza forzature e scorciatoie dal sapore autoritario”. “Abbiamo già vissuto momenti difficili in questa legislatura – ha proseguito – come lo strappo della seduta fiume sulle riforme costituzionali e l’abbandono dell’Aula da parte delle opposizioni. Oggi lo diciamo preventivamente: il governo eviti strappi gratuiti che rischiano di segnare un punto di non ritorno.