C'è sempre Bankitalia al centro del dibattito politico e, nella giornata di oggi, ci tornano sopra sia il ministro dell'Interno Salvini che quello dell'Economia, Giovanni Tria. Quest'ultimo, all'Ansa, ribadisce che l'indipendenza dell'istituto bancario “va difesa, mi sono già espresso”. Un modo stringato per dire che, sul tema, la posizione del Mef resta in qualche modo divergente con quella “discontinuità” chiesta a più riprese dai due vicepremier (soprattutto dal leader pentastellato) poiché, assieme a Consob, Bankitalia era stata messa nel mirino perché accusata di non aver adempiuto ai suoi compiti di vigilanza. Nella giornata di ieri, Di Maio e Salvini erano stati chiari: “Banca d’Italia e Consob andrebbero azzerati, altro che cambiare una-due persone. Az-ze-ra-ti. Dov’erano mentre questi signori (i vertici degli istituti coinvolti dal crac) mangiavano?”. Così Salvini. Poi il collega vicepremier: “Per Bankitalia serve discontinuità. Se pensiamo a tutto quel che è accaduto in questi anni non possiamo pensare di confermare le stesse persone che sono state fino ad oggi nel direttorio di via Nazionale”.
Tajani: “Evitare propaganda”
Anche Matteo Salvini, dal campo profughi di Padriciano, nel Giorno del Ricordo, è tornato a sottolineare la sua posizione sul tema: azzerare i vertici per i presunti mancati controlli sulle ultime crisi bancarie: “Sono d'accordo con Di Maio. Provare a guardare avanti mi sembra il minimo”. Nell'ambito della stessa Giornata, sull'argomento si è inserito anche il commento del presidente dell'Europarlamento, Antonio Tajani, piuttosto critico verso l'esecutivo: “Su Consob e Banca d'Italia credo che bisogna evitare di fare propaganda. Ricordiamoci che esiste una autonomia della Banca d'Italia come è autonoma la Banca centrale europea. Non bisogna distrarre l'opinione pubblica con slogan ad effetto. Soprattutto quando ci sono problemi di recessione di economia disoccupazione e lo spread che aumenta… Questo governo trova sempre un nemico per nascondere i problemi esistenti. Vorrei che parlassero di più di lavoro, di disoccupazione di impresa”.