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Calenda al Pd: “L'abolizione? Presa in giro”

Si consuma a colpi di tweet lo scontro fra il Partito democratico e il ministro della Sviluppo economico, Carlo Calenda, sull'abolizione del canone Rai che sarebbe prevista nel programma elettorale di Matteo Renzi. Per il guardasigilli, intervenuto dopo l'indiscrezione di 'Repubblica' che parlava di tale possibilità, si tratta “solo di una presa in giro” ma, secondo il presidente di partito, Matte Orfini, l'argomento è “da sempre” una proposta del Pd. Sulla faccenda è intervenuto anche il deputato del Nazareno Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai, il quale si è rivolto direttamente al ministro spiegando che “se tagliamo 1,5 miliardi di spesa pubblica ed eliminiamo canone Rai i cittadini pagano meno. Altro che presa in giro: serve processo, modernizzazione ed eliminazione di sprechi unici in panorama tv, con risparmio immediato 500 mila euro. Far risparmiare cittadini come con stop Imu”.

Calenda: “Partita persa”

Calenda, da parte sua, si era detto scettico sull'ipotesi del taglio del canone “sotituendolo con un finanziamento dello Stato”, augurandosi come questa non fosse la proposta del Pd: “I soldi dello Stato sono i soldi dei cittadini e dunque sarebbe solo una partita (presa) di (in) giro. Nell’ordine: 1) Il Governo Renzi ha messo il canone in bolletta e non si può promettere in campagna elettorale il contrario di quello che si è fatto al Governo; 2) Se si vuole affrontare la questione del canone allora si ragioni sulla privatizzazione della Rai, altrimenti è presa in giro”. Un dibattito che, qualche ora più tardi, ha richiesto l'intervento del segretario dem, Matteo Renzi, il quale ha risposto alle affermazioni del ministro affermando che il Pd ha iniziato a tagliare il canone e che continuerà a ridurre i costi senza clamori.

Renzi: “Parliamo coi fatti”

L'ex premier, via Twitter, ha spiegatro che il canone Rai “prima del nostro governo aumentava ogni anno. Nel 2014 era a 113€. Adesso è a 90€. Pagare meno, pagare tutti. Si può garantire servizio pubblico abbassando i costi per i cittadini: abbiamo iniziato a farlo, continueremo. Non facciamo proclami, noi parliamo coi fatti”. Sull'eventualità di una privatizzazione, lanciata provocatoriamente da Calenda, è intervenuto invece il sottosegretario dem, Antonello Giacomelli: “La privatizzazione di Rai di cui parla Calenda? Trovo contraddittorio da un lato preoccuparsi di difendere l’Italianità di infrastrutture strategiche e dall’altro teorizzare la privatizzazione di una realtà come Rai che finirebbe, facile previsione, in mani non italiane”.

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