Nuove polemiche dopo la pubblicazione, da parte del Fatto Quotidiano, della telefonata tra Matteo Renzi e il padre Tiziano durante la quale l’ex premier invita il genitore a “dire la verità” ai giudici sull’incontro con Romeo. L’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano definisce “ipocrita” chi oggi “grida all’abuso” perché “non c’è mai stata la volontà politica per concordare provvedimenti che mettano fine a questa insopportabile violazione“. Napolitano, che durante il suo doppio mandato chiese a gran voce una riforma delle intercettazioni, ha rivendicato di aver messo “personalmente il dito in questa piaga” e ciononostante “la vicenda si trascina in modo intollerabile”
Stoccata che non viene presa bene dalle parti del Pd con Matteo Orfini che fa sue, su Twitter, le valutazioni di un giornalista sul fatto che non ricorda l’altolà di Napolitano sulle pubblicazioni di “ascolti” irrilevanti sul caso Unipol. Era stato lo stesso presidente dem a innescare la polemica. “Qui c’è qualcosa – ha spiegato Orfini – di più profondo dell’aggressione al Pd e al suo segretario. Qui c’è qualcosa che riguarda il funzionamento della democrazia italiana e che dovrebbe allarmare tutti quanti. Un attacco alla democrazia”.
Contro il Pd non si scatena solo l’opposizione. “Da Orfini – ha attaccato il deputato M5s Danilo Toninelli – parole eversive contro i pm che indagano su Consip e non tanto velate minacce a giornalisti d’inchiesta. Di cosa hanno paura?”. Anche Mdp, alleato di maggioranza, affonda. “La storia che abbiamo vissuto – ha affermato Speranza – di chi denunciava accanimento delle procure e attacchi alla democrazia, sembra tornare nelle dichiarazioni di Orfini”. La magistratura cerca di tenersi lontano dalla bufera politica. Ma il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri ha escluso un problema di rapporti tra politica e magistratura. “Non esiste – ha sottolineato – una guerra tra magistratura e politica o tra magistratura e polizia giudiziaria. Ognuno risponde delle proprie azioni. Ci sono tre o quattro che possono essere infedeli e quindi creano danni di credibilità”.