“Rispettiamo” la decisione degli elettori britannici sulla Brexit e “sappiamo che non sarà un negoziato semplice e che dobbiamo affrontarlo e, questo sarà l’atteggiamento italiano, in modo amichevole e costruttivo. Non abbiamo alcun interesse ad un negoziato distruttivo tra l’Ue e il Regno Unito”. Così Paolo Gentiloni dopo l’incontro con il primo ministro britannico dopo l’incontro con la primo ministro britannico, Theresa May.
“Italia e Regno Unito hanno un interesse reciproco – ha aggiunto il premier – nel rassicurare i nostri concittadini italiani che vivono nel Regno Unito e britannici che vivono in Italia sul fatto che i loro diritti acquisiti saranno rispettati e trattati in condizioni di reciprocità, quindi trattati bene”.
Durante il suo intervento alla London School of Economics, Gentiloni ha rivolto un nuovo monito all’Unione europea: “Deve capire che l’austerity non è l’unico parametro se vuole rispondere con efficacia alla sfida dei populismo e sono fiducioso che sia vicino a capirlo”. Sul piano storico, ha ricordato, il progetto europeo è stato “successo stupefacente” ma “non si può dormire sugli allori”. L’Ue deve diventare anche “un’unione sociale“, ha affermato, invocando riforma che renda le istituzioni comunitarie anche “più flessibili”.
La sfida più importante per l’Europa, sul piano socio-culturale, secondo Gentiloni è quella al populismo. “E’ un imperativo prenderla molto seriamente – ha scandito – i populisti sono maestri dell’illusione che strumentalizzano brutalmente legittime preoccupazioni della gente”. Ma le loro ricette “non si danno pensiero di conoscere le cause delle cose”, ha detto ancora il premier citando il motto di Lse: “Rerum cognoscere causas“. In ogni caso la sua convinzione resta che il fenomeno possa essere sconfitto perché, secondo la nota “citazione attribuita a Lincoln, si può ingannare tutti per un certo periodo o qualcuno per sempre, ma non si può ingannare tutti per sempre”.
Al termine del suo intervento nella prestigiosa scuola londinese, Gentiloni ha rivelato alla platea il suo amore per il rock britannico. E ha citato “London Calling“, un titolo della sua “band preferita, i Clash“, come slogan in grado di ispirare “i servitori del popolo a rispondere alle invocazioni che salgono dalle città europee con la saggezza creativa della politica”. “London calling”, ma anche “Rome calling, Paris calling o Berlin calling” ha scherzato il presidente del Consiglio strappando un applauso agli studenti.