Gli echi della crisi istituzionale che si è consumata al Quirinale risuonano tra le sale dei convegni ai quali presenziano gli esponenti politici. Da Venezia Maria Elena Boschi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del governo uscente, rileva che tra gi italiani “c'è un rancore diffuso, di cui è stato espressione anche il voto del 4 marzo. E' un rancore che il Censis ci dice essere scollegato dalla realtà oggettiva, che è migliorata. Dobbiamo cercare di lavorare per riavvicinare questi elementi che sembrano così distanti”.
Secondo la Boschi, “il primo elemento è creare le condizioni per vivere meglio, ed è ciò che abbiamo cercato di fare negli anni in cui siamo stati chiamati a guidare il Paese. La sfida che forse abbiamo davanti nei prossimi anni sarà tra ottimisti e, in qualche modo, disfattisti. Una divisione tra europeisti e antieuropeisti, tra chi si riconosce nelle istituzioni e nei processi democratici e i populisti. Questa è la sfida che abbiamo avanti e che dobbiamo affrontare insieme. Sicuramente – ha concluso – c'è un tema di democrazia” che “in queste ore sembra di particolare attualità”.
E proprio dal Parlamento europeo giunge una nota degli esponenti Pd, che dice: “Con il 'contratto' Lega-5 Stelle i sovranisti 'difensori degli italiani' sono già riusciti a far perdere miliardi di euro allo Stato, alle imprese e alle famiglie italiane, grazie al prevedibile e inevitabile aumento degli interessi sul debito”. Gli esponenti dem sottolineano poi di essere riusciti al governo ad ottenere “miliardi di euro di flessibilità dall'Ue, riducendo il debito pubblico, tutelando i risparmi e gli sforzi degli italiani e lavorando in con serietà in questi anni su singoli dossier dall'immigrazione al piano di investimenti Ue”.