Nei primi sette mesi del 2015 cresce il numero di nuovi contratti di lavoro a tempo indeterminato nel settore privato (+286.126 rispetto al 2014). Aumentano anche quelli a termine (+1.925), mentre si riducono le assunzioni in apprendistato (-11.521). In nuovi indeterminati sono stati 1.093.584, il 35,4% in più rispetto all’analogo periodo del 2014. Le trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti di lavoro a termine, comprese le ”trasformazioni” degli apprendisti, sono state 388.194 (l’incremento rispetto al 2014 è del 41,6%). Pertanto, la quota di assunzioni con rapporti stabili sul totale dei rapporti di lavoro attivati/variati è passata dal 32,8% dei primi sette mesi del 2014 al 40,2% dello stesso periodo del 2015.
L’incremento delle assunzioni a tempo indeterminato 2015 su 2014 risulta superiore alla media nazionale (+35,4%) in Friuli-Venezia Giulia (+85,3%), in Umbria (+66,5%), nelle Marche (+55,4%), nel Trentino-Alto-Adige (+53,3%), in Piemonte (+53,1%), in Emilia-Romagna (+51,1%), in Liguria (+48,3%), in Veneto (+47,4%), nel Lazio (+41,9%), in Lombardia (+40,6%), in Toscana (+37,4%) e in Sardegna (+36,4%). I risultati peggiori si registrano nelle regioni del Sud: Sicilia (+11,2%), Puglia (+17,3%) e Calabria (+18,6%). La distribuzione dei nuovi rapporti di lavoro per qualifica presenta, nel periodo 2015 in esame rispetto al 2014, una sostanziale stabilità della quota di operai, che passa dal 71,9% del 2014 al 71,8% del 2015, mentre si registra un leggero incremento della quota di impiegati, dal 22,6% del 2014 al 23,4% del 2015. In leggero aumento anche il lavoro full time rispetto al part time: i nuovi rapporti di lavoro a tempo pieno rappresentano il 63,1% del totale delle nuove assunzioni nei primi sette mesi del 2015, in aumento di 0,9 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2014.
Rispetto al 2014, il peso dei nuovi rapporti di lavoro con retribuzioni mensili inferiori a 1.000 euro diminuisce di 1 punto percentuale, passando dal 6,3% al 5,3%; una diminuzione si riscontra anche nella fascia retributiva immediatamente superiore (1.001-1.250 euro), la cui incidenza passa dall’8,8% del 2014 all’8,1% del 2015. Risulta stabile (22,7%) il peso dei nuovi rapporti di lavoro con retribuzioni comprese nella fascia tra 1.251 e 1.500 euro, mentre aumenta dello 0,9% il numero dei rapporti che si collocano nella fascia retributiva da 1.501 a 1.750 euro; per le fasce superiori gli aumenti oscillano tra +0,3% e +0,1%, mentre si registra una lieve diminuzione soltanto per le fasce da 3.001 euro in su. Per quanto riguarda i buoni lavoro, nei primi sette mesi del 2015 risultano venduti 61.933.279 voucher destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro, con un incremento, rispetto al corrispondente periodo del 2014, pari al 73%, con punte del 93,9% e dell’83,5% rispettivamente nelle regioni insulari e in quelle meridionali del Paese.