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Bonus-malus sulle auto: governo diviso

Il  bonus-malus sulle automobili, inserito con un emendamento nella manovra, rischia di essere il nuovo terreno di scontro all'interno della maggioranza. La norma prevede, in sostanza, sgravi o aggravi fiscali a seconda delle emissioni di Co2 della vettura. 

“Basta tasse”

Una misura che ha già fatto scattare la protesta del settore. Fra i contrari anche il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, secondo cui “mettere nuove tasse è l'ultima cosa da fare”. “Se si vuole aiutare chi ha auto elettriche o ecologiche bene – ha detto a Mattino 5 – ma senza penalizzare chi ha o avrà un'auto a benzina o diesel perché il settore dell'auto è già tassato a livelli folli“, aggiunge. A chi gli fa notare che la misura è stata avanzata dalla maggioranza, Salvini replica dicenco che “si può anche cambiare: la manovra passa al Senato e torna alla Camera”.

La misura

L'emendamento prevede un'imposta crescente – dai 150 ai 3mila euro – a partire dal gennaio 2019 se si immatricolerà un'auto nuova con emissioni superiori ai 110 g/km. Viceversa è previsto un incentivo – da 6.000 a 1.500 euro – per i veicoli con emissioni tra 0 e 90 g/km di CO2. Il vantaggio sarà, dunque, per chi acquisterà auto elettriche, particolarmente costose. “Si tratta di un bonus bonus malus sulle auto che permette di pagare meno tasse e avere meno aggravi in base a quanto fa di emissioni la macchina. Le auto elettriche costeranno di meno e finalmente le portiamo sul mercato, dove finora hanno avuto una quota irrisoria. Ci saranno fino a 6 mila euro di incentivi per l'acquisto di un'auto elettrica”. 

Proteste

A protestare contro la misura sono sia imprese che sindacati. “Finirà che gli operatori del settore auto e i lavoratori dovranno scendere in piazza insieme. Il governo è di nuovo riuscito a unire imprese e lavoratori nella protesta” ha spiegato il presidente di Federmeccanica, Alberto Dal Poz. L'Unrae, associazione delle case estere in Italia, ha parlato di “misura miope che non aiuta a rinnovare il parco auto“. Concordano tutti i sindacati. “Dal Governo l'ennesimo schiaffo all'industria nazionale e all'ambiente. Queste norme schizofreniche sono un danno per il Paese e i lavoratori”, ha affermato Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl. “Gli investimenti già programmati verranno messi in discussione, e le ripercussioni saranno pesantissime per l'occupazione”, ha sottolineato Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim. Per il numero uno della Uilm, Rocco Palombella, “colpire il comparto dell'auto significa mettere a repentaglio decine di migliaia di posti di lavoro”. E' una “misura estemporanea” anche per Michele De Palma, segretario nazionale Fiom e responsabile automotive, che chiede al governo di “non investire per pochi, ma per le auto di massa ecologiche e nel car sharing ibrido ed elettrico“.

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