Nuova grana per Ignazio Marino. Dopo lo scandalo Mafia Capitale a non far dormire sonni tranquilli al Sindaco di Roma sono i rilievi del Ministero dell’Economia sull’erogazione illegittima di 360 milioni di euro per pagare salari accessori ai dipendenti comunali. Una misura varata durante la giunta Alemanno con cui il primo cittadino dovrà fare i conti al più presto, visto che il Mef ha chiesto la restituzione della somma. In Campidoglio è in corso una giunta politica per mettere mano al problema. Marino ha convocato i suoi assessori per fare il punto sulla batosta. Senza dimenticare il “cambio di passo” imposto da Matteo Renzi che nei giorni scorsi, riferendosi al Sindaco della Capitale, ha detto “o governa o va a casa”.
Sul caso Mef Marino, in un’intervista al Messaggero, si è detto “tranquillo, quelle carte le conosco molto bene. Io, come capo dell’amministrazione, sono l’unico Sindaco d’Italia che ha firmato unilateralmente il contratto che agganciava i salari accessori al merito. L’otto luglio del 2008 gli ispettori del Mef fecero una relazione che venne tenuta nel cassetto dalla giunta Alemanno e che non venne mai discussa”.
Secondo il ministero, tra il 2008 e il 2013, durante l’amministrazione di centrodestra, i bonus ”a pioggia” ai dipendenti comunali sarebbero stati “indebitamente erogati” per oltre 360 milioni complessivi. “Se c’è una città che ha fatto un percorso virtuoso questa è Roma. Sarebbe un mondo all’incontrario quello in cui l’unico sindaco che ha avuto il coraggio di farsi occupare il Campidoglio da ventimila persone pur di bloccare i privilegi, valorizzando il merito, adesso venga penalizzato – ha osservato Marino – Ho fatto un lavoro chirurgico, mi risulta che altre città che si trovavano in situazioni analoghe e che non hanno preso provvedimenti si sono viste abolire le sanzioni per legge”.