Continua a farl parlare la proposta di legge di Alessandro Morelli, deputato della Lega, di imporre alle emittenti radiofoniche una quota del 33 per cento di canzoni di artisti italiani. L'esponente del Carroccio deve vedersi anche del fuoco amico.
Bonisoli: “Lavorare sugli eventi”
Il ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli, intervistato da Radio 24, ha definito la proposta di legge “anacronistica” Ed ha aggiunto: “A me ha ricordato il ventennio. Sembrerebbe che gli artisti italiani se cantano in italiano hanno bisogno della riserva indiana”. Secondo Bonisoli, “se noi vogliamo sostenere la musica italiana dobbiamo lavorare sugli spettacoli dal vivo. Oggi gli incassi non si fanno più sulle vendite ma sugli eventi. Andiamo a fare un lavoro serio sugli eventi e si vedrà che gli artisti italiani hanno tutta la possibilità di fare una vera e propria carriera guadagnando su quello”.
Salvini: “Più spazio per i nostri ragazzi”
Una legge analoga, tuttavia, è in vigore da decenni in Francia, dove non c'è alcuna dittatura fascista. Lo ha ricordato il vicepremier Matteo Salvini ai microfoni di Rtl102.5. “In alcuni Paesi come la Francia ci sono delle quote per legge, a me piace che venisse su spontaneamente come quando dico che anche fare la spesa è un atto politico e comprare e mangiare prodotti italiani – ovviamente non lo puoi imporre per legge – fa bene alla salute perché i nostri prodotti sono controllati e tutela il nostro lavoro. La musica è bella perché è varia e ognuno ascolta quello che ritiene però se ci fosse più spazio per i nostri ragazzi sicuramente sarebbe un bene per tutti“. A favore della legge si è schierato Albano Carrisi, il quale ritiene persino che non tre, ma sette canzoni su dieci dovrebbero essere italiane. Felice anche Mogol, presidente della Siae, che al Quotidiano Nazionale commenta: “Era ora, abbiamo aspettato anche troppo”.