L’attentato di Barcellona, l’ennesimo avvenuto lanciando grossi mezzi a quattro ruote su folle di pedoni, ha fatto scattare l’allarme anche in Italia. Da Milano a Firenze, da Venezia a Palermo, in pieno centro città sorgono grossi blocchi di cemento, i cosiddetti new jersey, tesi a impedire l’accesso ad autovetture in aree pedonali.
Italia divisa
La loro presenza ha però diviso esperti, personalità istituzionali ed opinione pubblica. L’Italia si è di nuovo spaccata tra guelfi e ghibellini, tra fautori della sicurezza ad ogni costo (anche a quello di sfregiare il paesaggio delle nostre belle città) e tra dissidenti nei confronti di questa forma di difesa, ritenuta da alcuni un infimo deterrente, giacché i terroristi potrebbero colpire in numerosi altri modi.
Piante al posto dei blocchi
Uno dei primi ad alimentare il dibattito è stato l’architetto Stefano Boeri, che su Facebook ha proposto di piantare grandi querce al posto delle barriere di cemento che “snaturano gli spazi più vitali e aperti delle nostre città”. La soluzione assumerebbe anche un valore simbolico; Boeri esalta infatti “la calma presenza delle piante contro l’istinto di morte di queste belve umane”.
L’architetto, autore del complesso “Bosco Verticale” a Milano, sottolinea che “un albero, diversamente da un new jersey, non solo ci protegge, ma ci fa ombra, assorbe con le foglie i veleni dell’aria urbana, ospita la vita degli uccelli. In una parola, accoglie e protegge quella vita che i terroristi vogliono annientare”.
Decorare i blocchi di cemento
Contrario ai blocchi di cemento così come sono stati installati finora è anche Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci. La sua proposta è quella di colorarli. “Sarebbe un’ottima idea – dice – immaginare blocchi colorati o decorati con del verde, che alle città fa sempre bene, ovviamente garantendo la loro funzionalità dissuasiva”.
Ad avviso del presidente dell’Anci, quello di abbellire i blocchi è “un compito urgente“, che necessita del “contributo significativo di architetti, esperti di design ed imprese”. “Vorrei solo che la bellezza delle nostre città non venga aggredita dai blocchi di cemento“, chiosa Decaro.
Pisa auspica la sostituzione con delle fioriere
Il desiderio del cittadino di Bari è condiviso dai suoi colleghi di altre città italiane. A Pisa sono comparsi in questi giorni trenta nuovi blocchi di cemento in aree sensibili. L’intento del Comune è di provvedere più in là “alla tinteggiatura e all’apposizione di catarifrangenti” nonché, in un futuro più remoto, alla sostituzione “con idonee fioriere di peso e strutture adeguate che tengano conto, per quanto possibile, dell’ambiente storico-turistico dove vanno collocate”.
Fioriere anche a Napoli, forse anche a Firenze, writer a Palermo
Fioriere già comparse a Napoli, in via Toledo, che vanno ad aggiungersi a quelle presenti da mesi sul lungomare e in piazza del Plebiscito. L’esempio partenopeo potrebbe essere presto seguito da Firenze. Qui l’assessore alla sicurezza urbana, Federico Gianassi, ha annunciato: “Più che jersey, useremo fioriere o simili”, per rispettare i “canoni estetici cittadini”.
La stessa preoccupazione di non deturpare la bellezza appartiene a Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, dove diversi blocchi sono già stati collocati in centro storico. Afferma Orlando: “Inviteremo i creativi, i writer e tutti coloro che vorranno contribuire, a proporre idee per aggiungere un tocco di colore con piante o decorazioni a questi blocchi di cemento”.
Milano, Venezia e Genova
Una delle prime città a predisporre blocchi di cemento è stata Milano. Le immagini dei jersey in Piazza Duomo, alla Galleria Vittorio Emanuele, considerato il “salotto” della città, ha suscitato polemiche. Qualche protesta si prevede anche a Venezia, che attende il 30 agosto l’inizio della Mostra del Cinema. Oltre a tiratori scelti, agenti in borghese e metal detector ai varchi della “zona rossa”, ci saranno diversi blocchi di cemento. Situazione simile a Genova, dove il Comitato per l’ordine pubblico ha individuato undici punti in cui disporre i jersey. Da Paese dei campanili l’Italia diventerà il Paese dei blocchi di cemento?