Mentre il dibattito sul Quirinale si fa più fitto il Parlamento compie il primo passo verso il superamento del bicameralismo perfetto. Dopo una settimana di discussioni e trattative l’Aula di Montecitorio ha approvato l’art 1 del ddl costituzionale con 293 sì e 134 no. Tuttavia nonostante il contingentamento dei tempi difficilmente si arriverà al via libera definitivo entro il 24 gennaio, come auspicato dal governo. L’ok finale, con ogni probabilità, arriverà dopo l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. A favore del testo hanno votato il Pd (a parte Civati), Forza Italia (cui sono però mancati i consensi di 13 deputati), Scelta Civica, Area Popolare e Pi. Contrari Movimento 5 Stelle, Lega Nord e Sinistra ecologia e libertà.
Il nuovo articolo 55 della Costituzione prevede che le due Camere abbiano composizione e funzioni diverse. Alla Camera, che rappresenta la Nazione, spetta la titolarità del rapporto di fiducia e la funzione di indirizzo politico, nonché il controllo dell’operato dell’esecutivo. Il Senato, invece, “rappresenta le istituzioni territoriali. Concorre, nei casi e secondo modalità stabilite dalla Costituzione, alla funzione legislativa ed esercita compiti di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica e tra questi ultimi e l’Unione europea. Partecipa alle decisioni dirette alla formazione e all’attuazione degli atti normativi e delle politiche dell’Unione europea. Concorre alla valutazione delle politiche pubbliche e dell’attività delle pubbliche amministrazioni, alla verifica dell’attuazione delle leggi dello Stato nonché all’espressione dei pareri sulle nomine di competenza del Governo nei casi previsti dalla legge”. Viene, infine, promosso l’equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza.