Se si tornasse alle elezioni, Silvio Berlusconi potrebbe candidarsi. Infatti ieri pomeriggio il Tribunale di Sorveglianza di Milano, in camera di consiglio, ha concesso la “riabilitazione” all'ex Cav cancellando di fatto tutti gli effetti della condanna subita nell’agosto del 2013 per frode fiscale Mediaset. Lo conferma questa mattina il suo difensore, Niccolò Ghedini.
Potrebbe già concorrere per un seggio
La decisione è immediatamente esecutiva, dunque Berlusconi torna ad essere candidabile, in quanto decadono gli effetti della legge Severino che prevedeva la sua esclusione pubblica almeno fino al 2019 (sei anni dopo la condanna). Addirittura, come prevede la legge elettorale, potrebbe concorrere per un seggio se dovesse “rimanere vacante” un seggio in un collegio uninominale. Infatti in questo caso si procederebbe ad 'elezioni suppletive'. La riabilitazione “estingue le pene accessorie e ogni altro effetto penale della condanna”, può essere ottenuta soltanto dopo aver “adempiuto le obbligazioni civili derivanti dal reato” (nel caso di Berlusconi il risarcimento del danno) e dopo aver dato “prove effettive e costanti di buona condotta”. Ora la Procura Generale di Milano ha la possibilità di ricorrere in Cassazione.
Il ricorso a Strasburgo
I legali di Silvio Berlusconi hanno fatto ricorso contro la legge Severino anche davanti alla Corte europea dei diritti dell'uomo. Secondo loro, la norma in questione avrebbe avuto un effetto retroattivo sulla posizione giuridica dell'ex primo ministro italiano. L'udienza di fronte ai giudici di Strasburgo si è svolta il 27 novembre dell'anno scorso davanti a una platea di 500 persone accreditate tra le quali una cinquantina di giornalisti. La decisione è prevista per il prossimo autunno, quando però il leader di Forza Italia potrebbe anche non averne più necessità ai fini dell'agibilità politica, visto che ha ottenuto il parere favorevole del Tribunale di Sorveglianza e in caso di elezioni potrà tornare in campo.