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BENI CONFISCATI ALLA MAFIA, IL CSM AVVIA ACCERTAMENTI SUI MAGISTRATI COINVOLTI

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Il Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) ha annunciato che ha avviato accertamenti sui magistrati di Palermo coinvolti nell’inchiesta di Caltanissetta relativa alla gestione dei beni sequestrati alla mafia. Sul caso è già stato aperto un fascicolo di cui si occupa la Prima Commissione, la sezione a cui competono i trasferimenti dei giudici “per incompatibilità ambientale e funzionale”.

L’inchiesta di Caltanissetta era stata avviata dopo la denuncia, nel gennaio 2014, del prefetto Giuseppe Caruso – a quel tempo direttore dell’Agenzia dei beni confiscati – su un giro di affidamenti dei beni a pochi professionisti che ne avrebbero ricavato “parcelle d’oro”. Un patrimonio, quello confiscato alla mafia, che si aggira sui 30 milioni di euro tra beni mobili e immobili; il 43% delle confische si trova in Sicilia concentrata nella sola provincia di Palermo.

Tra gli indagati dell’inchiesta risulterebbero l’ex presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, Silvana Saguto, l’ex componente del Csm Tommaso Virga – ora presidente di sezione nel tribunale palermitano – il pm della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo siciliano Dario Scaletta (che avrebbe dato alla Saguto conferma al sospetto di essere finita sotto indagine) e Lorenzo Chiaromonte, giudice della sezione misure di prevenzione, che non si sarebbe astenuto quando ha firmato l’incarico di amministratrice giudiziaria a una persona a lui molto vicina.

Milena Castigli: