Si avvicina alla conclusione la vicenda Bankitalia quella che, negli ultimi giorni, ha tenuto sul filo della tensione la politica italiana quasi quanto il Rosatellum. E, in un clima di tangibile contrasto, la riproposizione al governatorato di Ignazio Visco, contro il quale il Partito democratico aveva avanzato una mozione al Governo, sembra essere la soluzione al momento più concreta. Questo nonostante, nelle ultime ore, sia avanzata prepotentemente la candidatura dell’ex ministro Fabrizio Saccomanni, titolare dell’Economia sotto il Governo Letta ma, soprattutto, già direttore di Palazzo Koch dal 2 ottobre 2006 al 28 aprile 2013, giorno in cui ha accettato il mandato ministeriale. Un nome che avrebbe pure riscosso il gradimento di Palazzo Chigi ma che, a quanto pare, è stato avanzato a giochi quasi fatti: nella giornata di oggi, infatti, il premier Gentiloni dovrebbe inoltrare al Consiglio superiore della Banca d’Italia la lettera che confermerà Visco alla direzione.
Renzi: “Sei anni di disastri”
Una scelta, quella del governatore uscente, che in caso non incontrerebbe il gradimento di Matteo Renzi, palesatosi a più riprese nei giorni scorsi contro Visco e sostenitore a oltranza della mozione di sfiducia: “Se il presidente del Consiglio decide di confermarlo io non lo condivido ma andiamo avanti lo stesso”. Queste le sue parole arrivate in diretta a ‘Porta a porta’, direttamente dal treno Direzione Italia, in sosta presso la stazione di Benevento. Il segretario dem ha ribadito il suo pesantissimo giudizio-sentenza sugli ultimi sei anni di Bankitalia, durante i quali “nelle banche ci sono stati dei disastri. Spero che i prossimi sei anni siano migliori di quelli trascorsi, peggiori è un po’ più difficile. Il management non è stato all’altezza, sfido a trovarne uno che dice il contrario. La commissione d’inchiesta accerterà com’è andata”. In sostanza, conclude, “io non avrei confermato Visco”.
“Con Gentiloni massimo rispetto”
Trascorsa la notte, comunque, i toni non sono diversi. A ‘Radio Capital”, l’ex premier rincara la dose: “Non tocca a me decidere il governatore di Bankitalia, rispetto la filiera istituzionale e il nome che oggi verrà dato avrà tutto il nostro rispetto. Ma in questi sei anni il sistema di vigilanza ha funzionato o no? Per me no, Bankitalia è stata un punto di debolezza e non di forza”. Un’opinione che, in qualche modo, potrebbe insinuare il dubbio di una crepa con il Governo Gentiloni. Su questo, però, Renzi glissa: “C’è massima stima e rispetto. Una amicizia personale e una condivisione politica molto forte. Abbiamo però una opinione diametralmente opposta su Bankitalia”.