Un nuova società veicolo privata mirata ad alleggerire il peso delle sofferenze degli istituti di credito e a facilitare gli aumenti di capitale. Questa è Atlante, un’iniziativa promossa dal Fondo Monetario Internazionale e accolta positivamente anche dal responsabile del dipartimento monetario e dei mercati dei capitali, Jose Vinals. “Accogliamo la recente iniziativa, annunciata ieri dalle autorità italiane, riguardo a questo fondo Atlante, come un altro passo nella direzione di ripulire i crediti in sofferenza nel sistema bancario italiano e – aggiunge Vinals – come qualcosa che potrebbe aiutare le banche a raccogliere più facilmente il capitale del quale c’è bisogno per andare avanti per quelle banche che ne hanno bisogno”.
“Penso che vada bene che il settore privato sia coinvolto – ha precisato Vinals -, dovremo dare tempo al tempo e vedere come funzionerà, ma penso che provare a coinvolgere il settore privato nella soluzione di facilitare la raccolta di capitale, e forse anche cercando di impegnare interessi privati nell’acquisto di alcuni dei crediti in sofferenza delle banche italiane, tutto questo fa parte di una strategia generale che è importante”.
Nell’ultimo Fiscal Monitor, il Fondo Monetario Internazionale ha evidenziato come i rischi fiscali stiano crescendo quasi dappertutto. “Nelle economie avanzate – si legge nel documento – il rischio di una crescita persistentemente bassa insieme alla bassa inflazione rende la riduzione del debito ancora più sfidante. Nei Paesi emergenti e in via di sviluppo, invece, condizioni finanziarie più stringenti e più volatili potrebbero aumentare significativamente il conto degli interessi sul debito in un momento in cui i fabbisogni finanziari lordi stanno crescendo”.
Per quanto riguarda la situazione in Italia, il Fondo Monetario si rivela meno ottimista del governo italiano, sia sul versante del deficit pubblico, sia del debito: l’indebitamento netto italiano viene valutato al 2,7% del Pil, a fronte del del 2,3% dichiarato dall’Italia e si prevede, inoltre, che il debito pubblico italiano continuerà a salire, passando al 133% del Pil, a differenza di quanto annunciato nel Def, che ha stimato un valore del 132,4%.
Secondo il direttore esecutivo Fmi per l’Italia, Carlo Cottarelli, la speranza è che le stime del Fmi possano essere riviste col passare dei mesi: ” posso solo dire che lo scorso anno alla fine il Def ha avuto ragione: all’inizio dell’anno scorso le previsioni di crescita del Fondo Monetario Internazionale erano allo 0,5% e poi sono salite allo 0,8%. Io spero che abbiano fatto lo stesso errore quest’anno”.