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Autostrade, per i 5 Stelle la concessione va revocata

Stavolta non si torna indietro. È il mantra del MoVimento 5 Stelle, che ha chiesto una revoca della concessione di Autostrade per l'Italia. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, questa mattina a Radio Capital: “C'è un'evidenza fattuale che non hanno fatto quello che dovevano fare – che ha sottolineato – Gli investimenti sono fermi, i viadotti vengono chiusi, non è accettabile”, ribadendo che è “nell'interesse generale del Paese” che i procedimenti in corso vadano avanti. A ribadire la linea, il capo politico del MoVimento, Luigi Di Maio che a Radio Rai Anch'io ha dichiarato: “Si va verso la revoca delle concessioni autostradali – e ha aggiunto – bisogna togliere a questi signori la concessione il prima possibile dopo che hanno preso i nostri soldi per i pedaggi senza fare la manutenzione delle strutture”. La linea dei pentastellati è chiara: basta concessioni a chi non fa manutenzione delle infrastrutture. Davanti a un piano b plausibile, Patuanelli riporta l'esempio di Autovie Venete “un modello virtuoso gestito al 100% in house“. Il punto dirimente sollevato dai due ministri è, infatti, proprio la gestione della rete infrastrutturale nazionale in mano ad un unico gestore, la cui alternativa sarebbe, appunto, un modello infraregionale.

Fra “mancati interventi” e “omissioni”

I recenti disagi al maltempo che stanno scuotendo la Penisola ritraggono un sistema infrastrutturale che presenta criticità. Secondo il procuratore capo presso il tribunale di Genova, Francesco Cozzi, è opportuno parlare di “mancati interventi che potrebbero portare a cedimenti parziali o aperture di buche improvvise”. Dopo il caso dell'A26, chiusa in alcuni tratti domenica sera e parzialmente percorribili da lunedì mattina con un bypass, la Procura di Genova ha aperto due filoni d'inchiesta sui viadotti con precise contestazioni, secondo le quale i mancati interventi su cinque di essi sarebbero da considerare come “omissioni di lavori che provocano rovina”. Per di più, le analisi dei periti della Procura hanno evidenziato “pericoli imminenti e gravi di rovina”. Secondo la Procura di Genova, dopo il crollo del ponte Morandi e la morte di 43 persone, la società avrebbe “omesso di svolgere lavori necessari a garantire la sicurezza su almeno cinque viadotti in Liguria tra cui il Fado, mai stato valutato negli ultimi anni”, mentre Spea, la società gemella di Autostrade che controlla la rete, avrebbe “falsificato le relazioni di sicurezza su almeno altri quattro ponti”.

L'ad di Autostrade: “I viadotti sono sicuri”

La Stampa, l'ad di Autostrade per l'Italia, Roberto Tomasi, assicura: “Tutti i viadotti della rete autostradale gestita da noi sono sicuri, lo garantisco, ma reagiremo a ogni segnalazione di criticità”, ribadendo che l'eventualità di “toglierci le concessioni sarebbe incomprensibile per il patrimonio che rappresentiamo in questo Paese, ma ragioniamo su aspetti tecnici […]. Pensare che l'interesse di un Paese sia quello di rinunciare a questo bagaglio di competenze, mi sembrerebbe non comprensibile” ha detto. Ma non tutti gli enti locali ci stanno.  La piena e l'esondazione del fiume Bormida hanno inciso su alcuni tratti dell'autostrada nell'alessandrino. Per molti, alcuni eventi si potevano evitare. Michelangelo Serra, capogruppo Cinque stelle ad Alessandria, ha dichiarato a La Stampa di aver segnalato a Palazzo Rosso dei deterioramenti di un viadotto dallo scorso marzo. Come rivela il quotidiano, nei giorni scorsi il sindaco di Revigliasco, Gianfranco Cuttica in commissione parlamentare ha detto: “Il nuovo ponte sul Bormida non è un problema di viabilità ma di sicurezza”, lamentando la scarsa manutenzione di Autostrade in alcuni tratti stradali.

 

 

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