La crisi greca è al centro del dibattito pubblico in Europa. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha definito “un fulmine a ciel sereno” la decisione di Atene di indire il referendum sull’accordo Ue, raccomandando i greci di votare contro la linea di Tsipras. “La la decisione greca è intervenuta dopo che l’Eurogruppo si è riunito quattro volte in una settimana… – ha spiegato il numero uno di via XX Settembre al Corriere della Sera- Siamo arrivati a questo punto dopo 4 mesi durante i quali si è perso molto tempo. Da parte greca non si mandavano ai tavoli gli staff per discutere delle misure. Soltanto nelle ultime due settimane si è cominciato a entrare nel merito”.
Alla domanda se ci sia stato un intento punitivo dell’Ue nei confronti della Grecia, il ministro ha risposto: “No, non c’è stato. Il mandato era quello di trovare un accordo. Tanto è vero che su molti aspetti erano stati fatti passi avanti importanti anche da parte dei greci. Certo, il governo Tsipras aveva un atteggiamento diverso rispetto al precedente, che era molto piu’ collaborativo e sotto il quale l’economia era un po’ migliorata”. Per la Grecia “c’è stata flessibilità: lo si capisce calcolando la distanza tra le posizioni iniziali delle istituzioni e quelle dei documenti sul tavolo ieri – ha aggiunto -. Poi però va ricordato che ci sono molti Paesi della periferia dell’euro, Portogallo, Spagna, Irlanda e altri, come la Slovenia, che hanno implementato misure di aggiustamento molto dure, ottenendo risultati importanti in termini di crescita. Non a caso tra questi paesi abbiamo registrato un atteggiamento di chiusura verso la Grecia”.
Padoan ha sottolineato che “i problemi della Grecia sono strutturali” tuttavia è indubbio che se dovesse uscire dall’euro “questo sarebbe un sistema diverso da quello pensato inizialmente. Per questo sarebbe importante, punto sollevato ieri nell’Eurogruppo, accelerare le misure di rafforzamento delle istituzioni dell’Unione contenute nel rapporto dei cinque Presidenti”. La Bce tiene aperto il canale di liquidità con la Grecia, e per il ministro “è un importantissimo segnale politico che da parte delle istituzioni europee, tutte, si ha intenzione di continuare a cercare una soluzione concordata e positiva. Non mi stupirei ma nemmeno mi preoccuperei piu’ di tanto se sui mercati ci fosse un aumento della volatilità. La Bce ha tutti gli strumenti a disposizione per fronteggiarla”. Quanto ai crediti dell’Italia verso la Grecia, Padoan spiega: “Si tratta di 10,2 miliardi di prestiti bilaterali e 27,2 di contributi al fondo. Smentisco che il default greco produrrebbe un aumento del debito: è già tutto contabilizzato”. “Ricordo che non siamo nel 2011: oggi le istituzioni sono più solide, come la nostra economia – ha proseguito il ministro – quando si parla di attacco speculativo o è una versione più intensa di vendita di titoli italiani o e’ un attacco all’euro nel suo complesso. Vale il discorso di prima sulla Bce”.