Si svolgerà stamattina al Mise un tavolo congiunto fra i vertici dell’Ast di Terni e i sindacati nell’ambito della trattativa per la vertenza sulle acciaierie. Lo riferiscono fonti sindacali, mentre ieri si è svolto al ministero un incontro tra governo e sindacati propedeutico a quello cui parteciperà anche l’azienda.
Tra i nodi da sciogliere, il funzionamento dei due forni del sito Ast Terni. Secondo i sindacati l’azienda ne ha garantito la produzione solo per un biennio senza garanzie per gli anni a venire. Dopo la rottura delle trattative tra sindacati e azienda a inizio ottobre, l’Ast ha avviato la procedura di messa in mobilità per oltre 530 dipendenti.
Due settimane fa, dopo colloqui separati prima con l’Ad di Ast Lucia Morselli poi con i sindacati, il ministro Federica Guidi aveva annunciato l’apertura da parte della multinazionale tedesca alla proposta di mediazione del governo di ridurre gli esuberi a 290 in due anni, da gestire con mobilità incentivata, e di mantenere in attività entrambi i forni del sito, uno a piena capacità produttiva, e l’altro in funzione 5 giorni su sette. Mentre la trattativa prosegue in Italia, la prossima settimana una delegazione sindacale si recherà in Germania per incontrare la Thyssen Krupp, multinazionale tedesca dell’acciaio che controlla la Ast Terni.
Intanto ieri gli operai si sono resi protagonisti di blocchi autostradali sulla A1, rimasta chiusa per quattro ore in alcuni tratti e riaperta solo nel tardo pomeriggio. I lavoratori sono arrivati al 22esimo giorno consecutivo di sciopero, comportando una mancata produzione delle acciaierie di circa 70 tonnellate. Electrolux, Indesit e Fiat non stanno ricevendo il metallo pattuito da più di tre settimane, perdita che all’azienda costa circa 100 mila euro al giorno solo di penale prevista dal contratto di fornitura.