Si concedevano, in orario di lavoro, lunghissime pause caffè, passeggiate al mercato o uscite per sbrigare affari personali a casa e altrove. Il tutto senza mai timbrare il cartellino.Ventitré dipendenti del Comune di Ficarra (in provincia di Messina) sono indagati per assenteismo; in tutto, nei vari uffici, sono impiegate 40 persone.
Le indagini
I fatti sono emersi da un'indagine avviata nel 2016 dai carabinieri della Compagnia di Patti che hanno accertato, attraverso riprese video, una cronica e generalizzata abitudine degli indagati, dipendenti a vario titolo del Comune, ad allontanarsi per motivi personali dall'ufficio senza l'obliterazione del cartellino.
Un “sistema fraudolento e patologico in un contesto di anarchia amministrativa”, che si reggeva sulla complicità tra i dipendenti ma anche tra i dirigenti, scrive il gip. Tra i destinatari del provvedimento di interdizione per nove mesi anche l'addetta al settore “trasparenza e anticorruzione”, che in soli due mesi si è assentata 160 volte senza alcuna giustificazione.
Le accuse
Truffa aggravata e continuata ai danni dell'ente pubblico e false attestazioni i reati contestati agli indagati, tra i quali figurano anche i dirigenti di tre servizi: l'area tecnica, quella amministrativa e quella economico-finanziaria. “Ma qui sono trent'anni che si fa così. Ognuno agisce per coscienza personale”, ha commentato su Repubblica uno dei dirigenti indagati del Comune messinese. Il danno economico, che il giudice ha definito “apprezzabile”, verrà quantificato dalla Corte dei conti nelle prossime settimane.