Il contratto nazionale dei metalmeccanici, per il periodo 2016-2019, è stato siglato. Dopo una trattativa protrattasi per oltre un anno, questo è il primo accordo unitario che raggruppa Federmeccannica, Assistal e le tre sigle sindacali Fiom, Fim e Uilm. A regime si stima un aumento mensile medio di circa 92 euro. Nel dettaglio la somma che andrà a finire in busta paga è così composta: 51,7 euro per la prevista inflazione; 7,69 euro per la previdenza integrativa; 12 euro per l’assistenza sanità estesa ai familiari; 13,6 euro di salario non tassato; 7,69 euro di formazione. La “no stop” iniziata mercoledì ha prodotto i seguenti risultati: niente decalage (restituzione dell’inflazione in percentuale progressivamente inferiore negli anni), recupero del 100% dell’inflazione per tutta la durata del contratto e riconoscimento pieno degli scatti di anzianità. Il premier Matteo Renzi, intervenendo nel corso di un’iniziativa referendaria a Savona, si è detto contento di “questo passo avanti importante”.
Dello stesso avviso il ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti. “Sono davvero soddisfatto per il rinnovo di un contratto che interessa un vasto numero di lavoratori”, ha detto. “Le organizzazioni sindacali e imprenditoriali – ha aggiunto – hanno fatto, in modo unitario, un buon lavoro e hanno raggiunto, attraverso un confronto approfondito, un risultato che contiene elementi di novità importanti e positivi”. Susanna Camusso, segretario della Cgil, ha sottolineato “che l’unità di intenti fra i sindacati confederali porta risultati per i lavoratori, che il contratto nazionale resta un punto di tutela, equità e regolazione ineliminabile”. L’accordo, comunque, sarà sottoposto a referendum: il 19, 20 e 21 dicembre tutti i lavoratori saranno chiamati a votare sull’intesa. Il contratto sarà convalidato se approvato dalla maggioranza semplice dei lavoratori.