Non è più Gianni Vittorio Armani l'amministratore delegato di Anas: il dirigente ha infatti rassegnato le proprie dimissioni a quanto pare in convergenza con il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli. Il titolare del Mit ha fatto sapere che non intende proseguire nel percorso di fusione fra Anas e Ferrovie e, per questo, l'ormai ex ad avrebbe deciso di farsi da parte: “Il Gruppo Fs Italiane – si legge nella nota di commiato – ha ringraziato l'Amministratore delegato Armani per il lavoro svolto in questi anni nel ristrutturare l'Azienda”. Non era un mistero la reticenza di Toninelli sull'assemblaggio Anas-Ferrovie, avendo spiegato già a settembre che “l'integrazione tra Fs e Anas non è giustificata da alcuna sinergia e per questo le due società dovranno essere nuovamente separate. Si chiude dunque dopo 3 anni il ruolo di Armani alla guida dell'ente con il Mit che, a questo punto, dovrà effettuare la scissione definitiva probabilmente con un decreto.
Orientamenti mutati
Nonostante l'addio di Armani, l'attuale Cda resterà in carica. Ad assumere gli oneri del “mutato orientamento del governo”, dunque, sarà per il momento il solo amministratore delegato. Nel luglio scorso, Toninelli aveva altresì annunciato il decadimento dell'intero consiglio d'amministrazione di Ferrovie dello Stato, spiegando che “ora la barra si sposta sui treni regionali e sui pendolari in termini di sicurezza e di qualità dei loro spostamenti. E in tutto questo la 'cura del ferro' ha un ruolo fondamentale”. Fra le motivazioni principali la stessa intenzione delle parti (Fs e Anas) di convergere, decisione avversata già allora dal governo non solo con il ministro Toninelli (che disse di non vedere alcun motivo per tenerle insieme) ma anche con il vicepremier Luigi Di Maio, il quale aveva parlato di “una operazione sbagliata”.