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Anac dà ragione a Di Maio ed Emiliano

Nubi sull'assegnazione dell'Ilva alla Arcelor Mittal. La piena correttezza della gara di vendita bandita dal governo Gentiloni nel 2017 e vinta dalla società AmInvestco, guidata dal gruppo franco-indiano era già stata messa in discussione in passato da Michele Emiliano, governatore della Puglia. Proprio da una richiesta dell'ex sindaco di Bari è partita poi l'iniziativa di Luigi Di Maio, titolare del Welfare, che ha chiesto il parere dell'Anac sulla regolarità dell'iter del bando. L'autorità guidata da Raffaele Cantone ha sollevato dei dubbi, in particolare, sulla proroga per l'attuazione del piano di risanamento ambientale. Un rinvio che, secondo l'Anticorruzione, “avrebbe potuto spingere più imprese a partecipare alla competizione, aumentando il livello di concorrenza e la qualità delle offerte”. Contestata poi la procedura sui rilanci che, senza un'adeguata normazione, avrebbe sfavorito l'offerta concorrente di Acciaitalia.

L'Anac dà ragione a Di Maio

Confermate, dunque, le perplessità avanzate dal ministro del Lavoro che ha parlato di “pasticciaccio” puntando l'indice contro il precedente governo: Di Maio, rispondendo in Parlamento ad un'interpellanza urgente sulla questione Ilva, ha dichiarato che “se si è fatta una procedura di gara che non ha messo al centro il massimo delle tutele ambientali e occupazionali, allora politicamente, per ora, ne dovra' rispondere chi ha fatto questa procedura di gara”. In passato, il vicepremier aveva criticato anche le nuove proposte presentate dalla Mittal in termini di ambiente e di occupazione giudicandole “poco entusiasmanti”. Il ministro ha accolto il responso dell'Anac definendo “macigni” le criticità rilevate e promettendo di richiedere “immediatamente chiarimenti ai commissari Ilva” ed aprire “un'indagine interna al ministero”.

Calenda sulla difensiva

Si è sentito chiamato in causa l'ex ministro Carlo Calenda che ha gestito in prima persona il tavolo Ilva negli anni precedenti. Il neoiscritto al PD rigetta le accuse di Di Maio e si limita ad evidenziare il mancato annullamento della gara da parte dell'Anac, preferendo non fare cenno però alle criticità rilevate. Su Ilva, Calenda si era scontrato duramente e ripetutamente anche con Michele Emiliano: il governatore pugliese lo aveva definito “un incapace” ed aveva puntato l'indice sul decreto da lui fortemente voluto, accusato di concedere “di fatto una ulteriore inaccettabile proroga al termine di realizzazione degli interventi ambientali”. Quest'ultima osservazione sembra trovare il consenso dell'Anac, come si evince dalla lettera emessa in data odierna.

Ora cosa succede

La riapertura della gara Ilva richiede tempo, mesi o forse più. Nel frattempo il ministro Di Maio ha scelto di prolungare il mandato dei commissari straordinari fino a settembre. Un allungamento dei tempi che, dunque, ritarda il subentro dell'acquirente franco-indiano Mittal su cui, alla luce del parere Anac, crescono i dubbi. La proroga del commissariamento fino al 15 settembre consente a Di Maio di avere più tempo per trovare un accordo con le parti coinvolte e prendere una decisione definitiva sul fascicolo più scottante sul suo tavolo ministeriale.

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