Tiene banco il tema dei vaccini in Italia. Dopo le dichiarazioni di Matteo Salvini e di Luigi Di Maio, divisi da tanti aspetti ma uniti nel contestare la legge Lorenzin che obbliga i genitori a far somministrare dieci vaccini ai propri figli, giunge l'allarme della Società italiana di igiene.
Centri vaccinali in tilt
Il presidente di quest'ultima, Carlo Signorelli, ha spiegato che i centri vaccinali “sono in crisi, sovraffollati e sotto organico” in vista della scadenza del 10 marzo per la presentazione alle scuole della certificazione di avvenuta immunizzazione. Signorelli individua tre “concomitanze” alla base del problema: “l'ultimo Piano vaccinale che prevede nuove vaccinazioni consigliate, la legge sull'obbligo vaccinale a scuola ed i recuperi dei bimbi non ancora immunizzati. Sono sotto pressione e – ha detto – spesso manca personale”.
E mentre aumentano i bambini vaccinati, resta però l'incognita legata a 40mila piccoli: si tratta di una quota stimata di bambini che potrebbero risultare non vaccinati, per scelta dei genitori o anche per motivi legati alla salute.
Polemica politica
A difendere l'obbligo vaccinale, interviente intanto Michele Anzaldi, parlamentare del Pd. “Il decreto con il quale i vaccini obbligatori (e gratuiti) sono stati portati a dieci -afferma – risponde alle indicazioni arrivate dalla scienza: in Italia negli ultimi anni la copertura vaccinale è scesa sotto il livello di guardia. Copertura bassa significa mettere a rischio i bambini più deboli, coloro che per ragioni sanitarie non possono vaccinarsi”.
La risposta di Burioni a Salvini
La disputa politica continua ad essere imbevuta della questione dei vaccini. Ne ha parlato anche l'immunologo pro-vax Roberto Burioni, che Matteo Renzi vorrebbe candidare tra le fila del Pd a Pesaro. Su Facebook Burioni ha voluto rispondere a Salvini lanciando un appello ai suoi colleghi che votano Lega: “Sarebbe bene che qualcuno dei medici che votano Lega comunicasse a Salvini che tra l'Italia e gli altri Paesi ci sono due differenze. La prima è che negli altri paesi gli stessi dieci vaccini – sicurissimi e fondamentali, altroché rischio – vengono fatti volontariamente senza bisogno di obbligo. La seconda è che in molti di quei paesi i dieci vaccini sono a pagamento, mentre da noi sono – giustamente – tutti gratuiti“.