Il governo “non è disponibile a partecipare direttamente o indirettamente ad un aumento di capitale della società”. Lo ha ribadito il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, intervenendo al question time su Alitalia. L’eventuale intervento finanziario dello Stato, ha spiegato, “sarebbe finalizzato esclusivamente ad evitare l’interruzione delle attività e sarà oggetto di approfondimento nelle prossime ore anche alla luce della documentazione di elementi informativi che saranno forniti dall’impresa”.
Ove l’impresa delibererà di richiedere l’amministrazione straordinaria, ha proseguito Padoan, “si procederà con la massima tempestività all’apertura della procedura e alla nomina dell’organo commissariale straordinario con il compito di provvedere alla gestione dell’impresa e di predisporre e attuare il programma che consenta una gestione conservativa dell’insolvenza”. L’amministrazione straordinaria contemplata dalla legge Marzano “è una procedura concorsuale con finalità conservative del patrimonio produttivo e di salvaguardia dell’occupazione e si svolge sotto la vigilanza del Ministero dello sviluppo economico”. La normativa prevede tre distinti indirizzi per il recupero dell’equilibrio dell’attività imprenditoriale da realizzarsi alternativamente: “1, sulla base di un programma di prosecuzione dell’esercizio dell’impresa di durata non superiore ad un anno; 2, sulla base di un programma di risanamento di durata non superiore ai due anni; 3, tramite la cessione di complessi di beni e contratti sulla base di un programma di prosecuzione dell’esercizio dell’impresa della durata non superiore ad un anno”.
Alitalia, ha ricordato Padoan, “è un’impresa privata e l’esito della sua attività è ascrivibile esclusivamente alle scelte degli azionisti e del management. Tuttavia fin dal primo momento in cui si è manifestata la crisi finanziaria, dovuta ad una successione di bilanci in perdita, il Governo si è reso parte attiva per scongiurare la crisi aziendale. L’esecutivo ha richiesto la discontinuità del management e un Piano di ristrutturazione sostenibile in grado di riportare la società in attivo pur contenendo le conseguenze della ristrutturazione sul livelli occupazionali”.