E’ in iniziato lo sciopero di 24 ore dei dipendenti Alitalia, proclamato dai sindacati contro il piano industriale della compagnia e “la richiesta di circa 2 mila esuberi ed il taglio delle retribuzioni del personale navigante tra il 20 ed il 30%”. A causa della protesta, Alitalia, ha cancellato il 60% dei voli, tra nazionali e internazionali. Operano regolarmente i voli previsti nelle fasce di garanzia: dalle 7.00 alle 10.00 e dalle 18.00 alle 21.00.” Grazie al piano straordinario messo in atto – fa, inoltre sapere la compagnia – il 92% dei passeggeri coinvolti è stato riprotetto su voli alternativi, oltre la metà dei quali con collegamenti in partenza il giorno stesso. Giovedì 6 aprile sindacati e azienda torneranno al tavolo per una trattativa no stop fino al 13 aprile.
All’aeroporto di Fiumicino alle 10 è iniziata una manifestazione e assemblea organizzata dalla Cub Trasporti davanti al Terminal 1. Per cercare di ridurre il più possibile i disagi, Alitalia, ha previsto un rafforzamento del proprio personale sia nello scalo di Roma Fiumicino sia in quello di Milano Linate, per garantire la massima assistenza ai passeggeri. E’ stato anche incrementato il numero degli addetti al call center e saranno impiegati aerei più capienti, sia sulle rotte domestiche che su quelle internazionali, per trasportare un numero maggiore di viaggiatori.
“Lo sciopero di 24 ore dei dipendenti Alitalia è per dire No a un piano industriale non credibile e che mira alla sola sopravvivenza di brevissimo periodo senza gettare alcuna base di rilancio” si legge in una nota di Uiltrasporti Nazionale. “Respingiamo il tentativo di ricatto che vorrebbe che i lavoratori si assumessero loro la responsabilità del fallimento del progetto ‘Compagnia a cinque stelle‘ varato nel 2014 dalla gestione Etihad già supportato da ingenti sacrifici retributivi e occupazionali dei dipendenti, vanificati da un management inadeguato. Nella trattativa che partirà dal giorno 6 aprile, azionisti e Governo devono fare la loro parte per far sì che Alitalia esca da questa crisi senza far pagare ai lavoratori un conto che non spetta a loro pagare”.