Sono giorni difficili dentro Ncd dopo la scelta di Angelino Alfano di sostenere la candidatura di Sergio Mattarella per il Quirinale. Una decisione presa poche ore prima del voto decisivo di sabato e che ha diviso in due il partito, dando il la a una scia di dimissioni, come quelle di Sacconi e Saltamartini. Ad Alfano viene rimproverato di aver agevolato la strategia di Renzi, riuscito nel suo intento di spaccare il centrodestra. In molti avrebbero voluto che Ncd mantenesse le posizioni di Forza Italia ma il ministro degli Interni ha preferito non rischiare di creare possibili fratture nella maggioranza e, ancora una volta, ha optato per seguire il governo.
Decisiva è stata, secondo il numero uno del Viminale, l’augurio del premier di “un’ampia convergenza” su Mattarella, oltre al parziale mea culpa dello stesso Renzi sul metodo utilizzato. A chi oggi attribuisce a Ncd un peso specifico pari a 0 nella maggioranza Alfano, intervistato dal Tg1, ha risposto: “Ora faremo sentire forte la nostra voce all’interno del governo, a partire dalla riforma delle popolari e i decreti sul Jobs Act”. Sul voto al nuovo capo dello Stato a chiarito: “Ho deciso io di votare Mattarella come presidente della Repubblica. Sono convinto di aver fatto bene anche se questo ha creato malumori nel mio partito. Io non tratterrò nessuno come non ho costretto nessuno a venire, chi ci sta ci sta – ha spiegato -. Noi al governo ci rimaniamo per affrontare le nostre battaglie”