Fuoco incrociato su Matteo Renzi dopo la proposta, contenuta nel libro “Avanti” in uscita mercoledì, di mettere un numero chiuso all’ingresso dei migranti e di “aiutarli a casa loro”. La destra ironizza sulla “svolta a tempo scaduto“, la sinistra lo accusa di “deriva leghista“, mentre Roberto Saviano critica l’Italia che “aiuta chi decide di lasciare il proprio Paese ad ammazzarsi a casa propria” vendendo armi ai regimi.
In difesa del leader dem, però, si schiera il premier Paolo Gentiloni che, dal G20 di Amburgo, difende la battaglia dell’Italia per una maggiore solidarietà dell’Ue e considera “assolutamente ragionevole” la posizione dell’ex premier. Renzi, al netto dell’arrabbiatura per il post, poi rimosso, del Pd su Fb, che estrapolava una singola frase molto dura dal suo libro, tira dritto. “Prima si leggano il libro poi ne parliamo, la mia posizione tiene conto di vari aspetti e io, quando ero al governo, ho messo davvero in pratica il sostegno allo sviluppo dell’Africa“, è la linea del segretario dem con i suoi.
Polemiche messe quindi in conto ma comunque molto dure. Anche nel Pd, la minoranza di Andrea Orlando non fa sconti: “Aiutarli a casa loro non è proprio uno slogan della sinistra“, sostiene il Guardasigilli. E anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala sostiene che il problema “non si può risolvere con un post” perché “alla fine diamo la possibilità ai nostri avversari di strumentalizzare“.
Il centrodestra, infatti, fiuta odore di mossa elettorale visto che tutti sono consapevoli che il dramma dell’immigrazione e le difficoltà dell’Italia saranno al centro della sfida per il prossimo governo. Silvio Berlusconi bolla come “disastro” le politiche dei governi dopo il suo affermando che “l’immigrazione va fermata ad ogni costo“. E il resto dell’opposizione rincara la dose rinfacciando a Renzi il protocollo Triton che assegna all’Italia lo sbarco dei migranti soccorsi in mare.
“Non capisco le polemiche, manco io avessi rivelato un segreto di Stato…forse i parlamentari, o Renzi o qualcuno deve essersi distratto”, rintuzza Emma Bonino che ha aperto il vaso di pandora sulle responsabilità italiane diventate un boomerang nelle trattative con l’Ue. A difendere l’ex premier ci pensano gli alleati di governo, Ap e Sc, ma non i bersaniani di Mdp che chiedono a Gentiloni “di venire a dire in Parlamento se la posizione dell’Italia sull’immigrazione è quella espressa dall’ex premier perché a noi non risulta che il M5S e la Lega siamo arrivati al Governo”.