Scende il numero di aziende agricole nel nostro Paese. Nel 2013, infatti, secondo l’Istat erano il 9,2% in meno rispetto a quelle censite nel 2010. L’Istituto di statistica ha sottolineato che diminuisce anche la superficie complessiva di questa categoria di impresa, seppure in misura minore rispetto al loro numero.
La diminuzione della superficie agricola utilizzata è più ampia nel Nord-ovest (-5,7%) e al Centro (-6,3%), più contenuta nel Nord-est (-1,7%), nel Sud (-3,0%) e nelle Isole (-0,9%). Rispetto al 2010, tra le coltivazioni praticate le flessioni più consistenti delle superfici si riscontrano nelle ortive (-15,2%), nel frumento duro (-12,8%) e nei fruttiferi (-8,4%). Il settore zootecnico è in flessione per i suini (-7,8% il numero di capi) e i bovini (-4,5%), mentre gli allevamenti avicoli e ovicaprini risultano sostanzialmente stabili (rispettivamente -1,5% e +0,5% capi). Anche l’utilizzo di lavoro (in termini di numero di addetti) risulta in flessione (-8,1%). Ciò è da ricondurre al calo di manodopera familiare (-13,0%), a seguito della cessazione di molte aziende di piccola dimensione.
Rispetto al 2010, le giornate di lavoro complessivamente prestate in azienda risultano pressoché stabili (+0,8%), grazie al sensibile aumento della manodopera non familiare (+14,3%). Cresce fortemente il numero di aziende agricole multifunzionali, che svolgono attività connesse all’agricoltura (+48,4%). Tale dinamica è dovuta principalmente alle aziende che producono energia rinnovabile (21 mila), che in soli tre anni aumentano di circa sei volte, e a quelle che trasformano i loro prodotti (42 mila), che quasi raddoppiano (+97,8%). Un numero sempre maggiore di aziende ricorre a produzioni con metodo biologico, sia per le coltivazioni sia per gli allevamenti (+4,7% nel complesso rispetto al 2010); nel triennio di riferimento, la superficie biologica investita passa dal 6,1% al 7,7% del totale della superficie agricola utilizzata.