Era l’inizio di marzo del 2016, quando Mario Adinolfi annunciò la nascita del Popolo della Famiglia. Poco più di un mese prima centinaia di migliaia di italiani avevano affollato il Circo Massimo per il secondo riuscito Family Day.
Oggi, a due anni di distanza, quello che era un anatroccolo ha mosso diversi passi e si candida a diventare nel prossimo Parlamento – per mutuare le parole del suo fondatore – “un cigno nero” a presidio dei principi non negoziabili. A margine della terza Assemblea Nazionale del Popolo della Famiglia che si è tenuta ieri a Roma e a pochi giorni dalle urne, In Terris ha intervistato Mario Adinolfi.
Perché ha ritenuto che la creazione di un partito fosse la risposta giusta alle istanze del popolo del Family Day?
“Le due piazze del Family Day hanno dimostrato che è inefficace la mobilitazione di un popolo, laddove questo è privo di rappresentanza politica in Parlamento. Qualcuno ricorderà che Renzi, dopo quei due eventi, disse che la legge sulle unioni civili la avrebbe fatta anche se fossimo stati 5milioni: del resto si era assicurato già l’appoggio di alcuni deputati cattolici. E le unioni civili hanno rappresentato solo l’inizio: nella scorsa legislatura sono state approvate una serie di pessime leggi, che sono il preambolo di progetti più ampi”.
A che progetti fa riferimento?
“Dall’unione civile c’è chi vuole passare al matrimonio egualitario; dalla stepchild adoption alla legittimazione dell’utero in affitto; dal biotestamento all’eutanasia; dalla cannabis terapeutica alla cannabis ricreativa; c’è poi la volontà di far finire il percorso di approvazione alla legge sull’omofobia, che finora è stata approvata solo da un ramo del Parlamento. Per evitare questo scenario, l’unica scelta è consentire la presenza di decine di parlamentari di una forza politica a presidio dei principi non negoziabili. Chi sceglie altre strade, sceglie la continuità”.
Cosa sente di dire a quanti, tra i partecipanti al Family Day, sono delusi perché le forze che hanno animato quell’evento si sono disperse in scelte politiche divergenti?
“Non vedo scelte divergenti. Gli unici che erano sul palco del Family Day che si sono candidati siamo io, Gianfranco Amato e Nicola Di Matteo: tutti e tre nel Popolo della Famiglia. Non ci sono candidati in altre forze politiche, a parte un’eccezione di un quarto posto in una lista della Lega che considero scelta personale più che politica. In tutta franchezza, lo spirito del Family Day non può che ritrovarsi nel voto al Popolo della Famiglia”.
Non vede candidati in altre liste capaci di interpretare in Parlamento le istanze del Family Day?
“Altre soluzioni rispetto al Popolo della Famiglia le reputo in contrasto con il Family Day, perché gli altri partiti nei loro programmi non prevedono la cancellazione della legge sulle unioni civili e del biotestamento. Dobbiamo dire chiaramente che nessuno avrà la maggioranza il 5 marzo: è matematicamente impossibile. L’esito già scritto del voto con questa legge elettorale è un Governo di larghe intese che porterà a compimento le pessime leggi che ho elencato prima”.
Sfido la matematica. E se invece si arrivasse a un Governo di centrodestra e il Popolo della Famiglia entrasse in Parlamento, a che condizioni darebbe il proprio appoggio?
“Se il Popolo della Famiglia supererà la soglia del 3% porterà in Parlamento decine di eletti, che saranno determinanti in una ipotetica coalizione di centrodestra. In tal caso noi porteremo le nostre proposte: anzitutto il primo consiglio dei ministri dovrebbe varare un decreto per il ‘Reddito di maternità’, perché davanti alla tragedia dell’inverno demografico serve un provvedimento immediato. In secondo luogo, chiederemo l’abolizione della legge Cirinnà sulle unioni civili e del biotestamento. A queste condizioni si creerà un Governo di coalizione centrodestra-Popolo della Famiglia”.
In una recente intervista ha detto di voler abrogare la legge sul divorzio. Ritiene sia possibile tornare indietro di 48 anni?
“Se Il Popolo della Famiglia avesse il 50 per cento più uno dei voti, abrogherebbe la legge sul divorzio e anche la legge 194 sull’aborto. Auspichiamo un giorno di poter governare questo Paese e cancellare queste leggi contro vita e famiglia”.
A proposito della 194, c’è chi ritiene che l’alto numero di medici obiettori ne ostacoli l’applicazione…
“Gli obiettori di coscienza rappresentano la grande speranza che riponiamo nella professione medica. Se 7 medici su 10 sono obiettori, significa che in questo Paese esiste ancora un livello di umanità che consideriamo una fonte di speranza”.
Prima ha parlato di “Reddito di maternità”. Di cosa si tratta e quanto costerebbe?
“Purtroppo costerebbe pochissimo, perché ad oggi in Italia si fanno pochi figli. C’è chi propone il ‘Reddito di cittadinanza’: 780euro al mese a 12milioni di cittadini. Il ‘Reddito di maternità’ è molto più realizzabile, perché prevede l’elargizione di mille euro alle donne italiane che diventano madri e che decidono di dedicare il loro tempo esclusivamente alla famiglia. Ad oggi si può verificare l’impatto numerico solo su un dato ipotetico, che è circa un 20-25% di donne che usufruirebbero di questa misura”.
Fino a che età del bambino riceverebbero l’assegno mensile?
“L’idea è di stanziare 3miliardi di euro l’anno per tutti gli anni della legislatura (quindi in tutto 15miliardi di euro) e verificare ogni tre mesi l’impatto sui conti. Comunque, dovendo costare circa 1miliardo l’anno sulla base del numero di nascite attuali, ci sarebbero altri 2miliardi l’anno da dedicare a un fondo per arrivare a coprire certamente i primi 6 anni del bambino. L’obiettivo, però, è estenderlo fino alla maggiore età del bambino. Ma questo va verificato con dati certi, che oggi non abbiamo”.
Lei è un giocatore di poker. Cosa propone il Popolo della Famiglia sul tema della dipendenza dal gioco e della ludopatia?
“Conosco l’argomento benissimo. Io sono giocatore di poker, che per legge è un gioco di abilità. Personalmente odio il gioco d’azzardo, perché è una tassa sulle persone più deboli e in genere più povere. Spesso la ludopatia porta allo sfascio delle famiglie. Anzitutto va fermata la pubblicità del gioco d’azzardo. Poi vanno tolte le slot machine da tutti i luoghi di passaggio e vanno collocate esclusivamente in locali nei quali si entra solo se maggiorenni esibendo un documento. Dopodiché va fatta una massiccia campagna di informazione: va spiegato razionalmente che è illusoria la speranza di vincere versando i propri denari nella voragine mangiasoldi dell’azzardo”.
Tema immigrazione: Il Popolo della Famiglia è in linea con il magistero della Chiesa cattolica?
“Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco ribadiscono, tutti e tre, che il primo diritto da salvaguardare è quello a non migrare. Perché la migrazione rappresenta una frattura con la propria famiglia e con la propria patria. E perché la migrazione è fonte di dolore: spesso ci si consegna a veri e propri mercanti di uomini senza scrupoli e si affrontano viaggi che mettono a repentaglio la vita. E poi, se noi togliamo milioni di maschi giovani a terre che avrebbero bisogno di quelle braccia, noi condanniamo i Paesi di emigrazione ad essere per sempre poveri”.
E l’invito all’accoglienza?
“L’accoglienza deve tornare ad essere sostenibile, perché oggi non lo è: i Paesi dell’Ue hanno chiuso i confini e l’Italia è diventata l’imbuto d’Europa. Una situazione del genere non può reggere, la politica sull’immigrazione va completamente ripensata”.
Nello scacchiere geopolitico come si collocherebbe l’Italia governata dal Popolo della Famiglia?
“L’Italia sarebbe saldamente amica degli Stati Uniti di Donald Trump ed anche della Russia di Vladimir Putin, perché i loro Governi sono pro-family e pro-life. Sarebbe in sintonia inoltre con la Polonia dove un milione e mezzo di persone pregano ai confini della propria nazione; con la Slovenia che fa il referendum contro il matrimonio omosessuale e lo vince; con la Croazia che inserisce in Costituzione l’unicità del matrimonio tra uomo e donna. L’Italia sarebbe capofila di una rinascita di un pensiero valoriale cristianamente ispirato sullo scacchiere geopolitico. Oggi si combatte una battaglia decisiva nella quale l’Italia gioca un ruolo di ago della bilancia: l’unica speranza per far pendere il piatto dalla parte dei valori cristiani è l’ingresso del Popolo della Famiglia in Parlamento”.
Le sanzioni alla Russia andrebbero tolte?
“Assolutamente sì, perché queste sanzioni hanno rappresentato un fardello per l’export italiano. Sono stato a lungo direttore della comunicazione dell’Istituto commercio estero e so quanto importante è il partner commerciale russo per il nostro Paese”.