E'morto, all'età di 89 anni, Carlo Ripa di Meana: politico, ex presidente di Italia nostra, ambientalista, parlamentare, uomo di cultura, solo due mesi fa aveva perso sua moglie, Marina Puntunieri, che aveva sposato nel 1982. Chissà, forse il dolore per la scomparsa della sua compagna di vita lo ha spinto a non voler proseguire oltre i suoi 89 anni, spegnendosi a Roma assistito dall'amore della sua famiglia. A darne notizia, in una telefonata all'Ansa, è stato proprio suo figlio Andrea, il quale ha ricordato come, nel corso della sua vita, Carlo abbia spaziato per molti campi della cultura e della politica, svolgendo ruoli di assoluto rilievo (come ministro della Repubblica, presidente della Biennale del Dissenso e, appunto, di Italia Nostra).
Gli anni '50
Le origini della sua nobilie famiglia, i marchesi di Meana, affondano le proprie radici nei secoli della storia italiana, mentre la famiglia di sua madre, Fulvia Schanzer, ha conosciuto attraverso il padre di lei, Carlo, la vita politica dell'Italia dei primi decenni del Novecento. Ripa di Meana la sua carriera politica l'aveva ufficialmente iniziata, perlomeno a livello istituzionale, nel 1970, eletto consigliere del Partito socialista alle regionali di quell'anno, le prime della Repubblica. Di fatto, però, il suo impegno era iniziato ben prima, fin dagli anni '50 quando, maturando idee progressiste, aveva deciso di recarsi nella rovente Praga di allora allo scopo di dirigere, per conto del Pci, la rivista dell'Unione internazionale degli studenti.
Le esperienze successive
Da quell'esperienza, Ripa di Meana ha attraversato decenni di vita politica affrontando, prima delle regionali in Lombardia del 70, le avventure di direttore della rivista 'Passato e presente', oltre che le vicissitudini politiche del Partito socialista a cavallo tra gli anni 50 e 60, frequentando anche il Club Turati (divenendone poi segretario). Tra il 1974 e il 1979 la sua strada si avvicina a quella di Bettino Craxi, già incontrato nei giorni di Praga. In questo periodo, Ripa di Meana diviene segretario di partito e realizza quella che fu la Biennale del dissenso: era il 1977 e quell'edizione, fu quella con la quale il Psi apriva manifestamente le ostilità nei confronti dell'Unione sovietica e, di conseguenza, contro il Pci.