Non solo una manifestazione per protestare contro la violenza sulle donne, ma anche per rivendicare vecchi cavalli di battaglia femministi. Questo ĆØ stato il lungo corteo (oltre 150mila partecipanti secondo gli organizzatori) che ha attraversato le vie del centro di Roma oggi pomeriggio. Alla testa della folta rappresentanza in rosa, lo striscione dell'organizzazione “NonUnadiMeno”, la stessa che aveva organizzato una manifestazione analogaĀ l'8 marzo scorso.Ā In quella stessa data, un gruppo di femministe si era denudato davanti all'Altare della Patria di Roma, suscitando sconcerto.
L'organizzazione ha colto l'occasione di oggi per presentareĀ āun Piano FemministaāĀ che prevede misure contro la violenza da parte degli uomini, ma anche maggiori tutele lavorative e pensionistiche per il gentilsesso e piĆ¹ flessibilitĆ per accedere all'aborto.
āUn documento politico femminista che considera la violenza maschile e di genere come fenomeno strutturale e sistemico, che non puĆ² essere affrontato aumentando le pene dei reati o con approcci emergenziali ma a partire dallāesperienza dei centri antiviolenza e del movimento femministaā. E āper contrastare la violenza maschile e di genere nella sua complessitĆ , non vogliamo piĆ¹ polizia nelle strade e nemmeno assistenza, ma autonomia, libertĆ e giustizia socialeā.
Per giustizia sociale le femministe intendonoĀ reddito di autodeterminazione, un salario minimo europeo, welfare e diritti, āper essere libere di scegliere sui nostri corpi e le nostre viteā. Ed ancora, si chiede di poter ottenere la pillola abortiva āRu486 senza ricovero somministrata fino a 63 giorni anche nei consultoriā, cosƬ come ānessun obbligo di denuncia nei pronto soccorso senza consenso della vittimaā. C'ĆØ poi il “no” netto alla pensione a 67 anni e alle “leggi Minniti”:Ā āNon ci fermeremo finchĆ© non saranno abolite le misure istituzionali che di fatto espongono le donne migranti a quotidiane violenze nei campi profughi, come gli accordi bilaterali con Libia e Turchiaā.
I motti sono eloquenti: āLa donna non ĆØ lāimputatoā, āil modo in cui mi vesto non vuol dire sƬā, āliberi corpi in libera terraā, āgiĆ¹ le mani dai centri antiviolenzaā, āNon ci fermeremo: abbiamo un Piano!ā. In ogni cartello ĆØ presente la firma āNon una di menoā. Il corteo, partito da Piazza della Repubblica, si ĆØ concluso a Piazza di Porta San Giovanni