Anche oggi il Papa dalla cappella di Santa Marta ha celebrato la Messa, confermandosi sempre, un Papa molto presente e vicino ai suoi fedeli. Il suo pensiero è per “coloro che sono senza fissa dimora affinché la società, uomini e donne, si accorgano di questa realtà e li aiuti e la Chiesa li accolga”. Il Vangelo del giorno è si è soffermato sulla figura del serpente, un animale selvatico da sempre è associato al male. Viene visto “come l’animale che porta al diavolo, fino alla morte, avvelena, distrugge, uccide”.
Il serpente e Mosè
“Fatti un serpente ardente, e mettilo sopra un’antenna; e avverrà che chiunque sarà morso e lo guarderà, scamperà. Mosè allora fece un serpente di rame e lo mise sopra un’antenna; e avveniva che, quando un serpente avea morso qualcuno, se questi guardava il serpente di rame, scampava”. (Numeri 21:4-9)
Non è facile capire
“Questa è la vera profezia, l’annuncio di quello che accadrà – annuncia Francesco – Quando avrete innalzato il figlio dell’uomo capirete che io non faccio nulla da me stesso. Mosè fa un serpente e lo innalza, Gesù sarà innalzato con il serpente. Gesù si è fatto peccato. Quando noi guardiamo al crocifisso solitamente pensiamo a quanto il Signore abbia sofferto ma ci fermiamo prima di arrivare al centro della verità: Gesù si è fatto peccato, prendendo su di sé tutti i nostri peccati. Lui si è fatto carico dei nostri errori e per questo è venuto al mondo. Dobbiamo abituarci a guadare il crocifisso con la luce della redenzione. Gesù si è fatto peccato e in lui vediamo la sconfitta totale di Cristo che non fa finta di morire, non fa finta di non soffrire solo e abbandonato. Non è facile capire questo se pensiamo e mai arriveremo ad una conclusione, si può solo contemplare, pregare e ringraziare”.