La Giornata Mondiale degli Oceani che si celebra l’8 giugno di ogni anno, giorno dell’Anniversario della Conferenza Mondiale su Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro, fu instituita dall’Onu nel 1992 e costituisce l’occasione per riflettere sui benefici che gli oceani sono in grado di fornirci e il dovere che incombe su ogni individuo e sulla collettività di interagire con gli oceani in modo sostenibile, affinché siano soddisfatte le attuali esigenze, senza compromettere quelle delle generazioni future. Viene celebrata, inoltre, per ricordare a tutti il ruolo che gli oceani hanno nella vita di tutti i giorni, producendo la maggior parte dell’ossigeno che respiriamo. Perché, purtroppo, non sempre pensiamo all’oceano e alla sua importanza quando parliamo di rischi per la salute pubblica.
L’uso sostenibile dell’oceano
Ha portata così grande che la sua protezione è un obiettivo significativo delle Nazioni Unite, così come per molti altri paesi e organizzazioni in tutto il mondo. Tuttavia, queste risorse vitali dell’oceano rischiano di naufragare rapidamente, e scusate il gioco di parole. Guardiamo perciò al valore totale dei beni che provengono dal nostro oceano e a come le varie attività umane stanno influenzando queste risorse.
Quanto vale l’oceano economicamente
Il valore economico di tutti gli oceani è misurato sia per la loro produzione diretta, sia per gli eventuali impatti indiretti che producono. Secondo il WWF, queste attività combinate sono valutate oltre 24 trilioni di dollari. Ecco come sono suddivise.
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Produzione diretta: Pesca marina, barriere coralline, alghe e mangrovie. Valore totale: $6.9T. Esempi: Pesca, agricoltura.
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Commercio e trasporti: Corsie di commercio navali. Valore totale: $5.2T.
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Attività adiacenti: Costiera produttiva, assorbimento del carbonio. Valore totale: $7.8T e $4.3T rispettivamente. Esempi: Turismo, educazione/conservazione (come posti di lavoro creati)
Infatti, il prodotto marino lordo annuo degli oceani è paragonabile al Prodotto Interno Lordo (PIL) dei paesi, pari a 2,5 trilioni di dollari all’anno, il che ne fa l’ottava economia mondiale in termini di Paese. Purtroppo, gli esperti avvertono che varie attività umane stanno mettendo in pericolo questi beni oceanici e i loro ecosistemi, che da essi dipendono.
L’impatto umano cumulativo sugli oceani
Uno studio scientifico durato 11 anni ha monitorato l’effetto globale di molteplici attività umane in diversi ambienti marini. I ricercatori hanno identificato quattro categorie principali di fattori di stress:
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Cambiamento climatico: Temperatura della superficie del mare, acidificazione degli oceani e innalzamento del livello del mare.
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Oceano: Spedizioni/Commercio.
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A terra: Inquinamento da sostanze nutritive, inquinamento chimico organico, inquinamento umano diretto, inquinamento luminoso.
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Pesca: pesca commerciale e artigianale, compresi i metodi di pesca a strascico.
In generale, i fattori di stress climatico sono stati i fattori di cambiamento più importanti nella maggior parte degli ambienti marini. Allo stesso modo, i livelli di inquinamento sono aumentati anche per molti ecosistemi. L’inquinamento della plastica è particolarmente dannoso, poiché continua a crescere a tassi senza precedenti, con una quantità significativa che finisce negli oceani. Il World Economic Forum stima che entro il 2050 ci potrebbe essere più plastica nell’oceano che pesci, a livello di peso complessivo. Da 50 anni a questa parte infatti le acque marine hanno dovuto fronteggiare versamenti di petrolio come quello del 2010 ad opera della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, invasioni di plastica e mutamenti dell’ecosistema come lo sbiancamento delle barriere coralline.
Cosa possiamo fare per gli oceani
Per proteggere gli oceani ci sono alcuni comportamenti che possiamo subito mettere in pratica. In primo luogo, è necessario cambiare prospettiva: l’oceano è importante per noi e per questo dobbiamo preservarlo da comportamenti sbagliati come il disperdere i rifiuti in mare. Possiamo imparare molto dagli oceani e dalle sue creature che, anche quando sono invisibili, possono avere un importante effetto sulla nostra vita. Cambiare le nostre abitudini, compreso il modo di fare la doccia, può avere un impatto sul pianeta blu. Infine, soprattutto in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani, i mari vanno celebrati, in modo da assimilare quanto queste acque fanno per noi e quanto noi possiamo fare per queste acque. Il Word Oceans Day non è solo un’occasione per ricordarci l’importanza dell’ecosistema marino, ma anche un momento per imparare come proteggerlo.
L’uso sostenibile dell’oceano
Ha portata così grande che la sua protezione è un obiettivo significativo delle Nazioni Unite, così come per molti altri paesi e organizzazioni in tutto il mondo. Tuttavia, queste risorse vitali dell’oceano rischiano di naufragare rapidamente, e scusate il gioco di parole. Guardiamo perciò al valore totale dei beni che provengono dal nostro oceano e a come le varie attività umane stanno influenzando queste risorse.
Quanto vale l’oceano economicamente
Il valore economico di tutti gli oceani è misurato sia per la loro produzione diretta, sia per gli eventuali impatti indiretti che producono. Secondo il WWF, queste attività combinate sono valutate oltre 24 trilioni di dollari. Ecco come sono suddivise.
- Produzione diretta: Pesca marina, barriere coralline, alghe e mangrovie. Valore totale: $6.9T. Esempi: Pesca, agricoltura.
- Commercio e trasporti: Corsie di commercio navali. Valore totale: $5.2T.
- Attività adiacenti: Costiera produttiva, assorbimento del carbonio. Valore totale: $7.8T e $4.3T rispettivamente. Esempi: Turismo, educazione/conservazione (come posti di lavoro creati)
Infatti, il prodotto marino lordo annuo degli oceani è paragonabile al Prodotto Interno Lordo (PIL) dei paesi, pari a 2,5 trilioni di dollari all’anno, il che ne fa l’ottava economia mondiale in termini di Paese. Purtroppo, gli esperti avvertono che varie attività umane stanno mettendo in pericolo questi beni oceanici e i loro ecosistemi, che da essi dipendono.
L’impatto umano sugli oceani
Uno studio scientifico durato 11 anni ha monitorato l’effetto globale di molteplici attività umane in diversi ambienti marini. I ricercatori hanno identificato quattro categorie principali di fattori di stress:
- Cambiamento climatico: Temperatura della superficie del mare, acidificazione degli oceani e innalzamento del livello del mare.
- Oceano: Spedizioni/Commercio.
- A terra: Inquinamento da sostanze nutritive, inquinamento chimico organico, inquinamento umano diretto, inquinamento luminoso.
- Pesca: pesca commerciale e artigianale, compresi i metodi di pesca a strascico.
In generale, i fattori di stress climatico sono stati i fattori di cambiamento più importanti nella maggior parte degli ambienti marini. Allo stesso modo, i livelli di inquinamento sono aumentati anche per molti ecosistemi. L’inquinamento della plastica è particolarmente dannoso, poiché continua a crescere a tassi senza precedenti, con una quantità significativa che finisce negli oceani. Il World Economic Forum stima che entro il 2050 ci potrebbe essere più plastica nell’oceano che pesci, a livello di peso complessivo. Da 50 anni a questa parte infatti le acque marine hanno dovuto fronteggiare versamenti di petrolio come quello del 2010 ad opera della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, invasioni di plastica e mutamenti dell’ecosistema come lo sbiancamento delle barriere coralline.
Cosa possiamo fare per gli oc
Per proteggere gli oceani ci sono alcuni comportamenti che possiamo subito mettere in pratica. In primo luogo, è necessario cambiare prospettiva: l’oceano è importante per noi e per questo dobbiamo preservarlo da comportamenti sbagliati come il disperdere i rifiuti in mare. Possiamo imparare molto dagli oceani e dalle sue creature che, anche quando sono invisibili, possono avere un importante effetto sulla nostra vita. Cambiare le nostre abitudini, compreso il modo di fare la doccia, può avere un impatto sul pianeta blu. Infine, soprattutto in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani, i mari vanno celebrati, in modo da assimilare quanto queste acque fanno per noi e quanto noi possiamo fare per queste acque. Il Word Oceans Day non è solo un’occasione per ricordarci l’importanza dell’ecosistema marino, ma anche un momento per imparare come proteggerlo.