L’ultimo saluto a Gigi Proietti: Roma in lutto nel giorno dei funerali

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Roma in lutto oggi nel giorno dei funerali di Gigi Proietti, il grande comico morto 3 giorni fa all’età di 80 anni. Il corteo che ha accompagnato il feretro ha attraversato le strade di Roma, passando davanti al Campidoglio, per poi arrivare al Globe Theatre. Infine i funerali in forma privata nella Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo alle 12.00.

Mattatore a teatro, showman assoluto, maestro per i più giovani, direttore e organizzatore se ne è andato proprio nel giorno del suo compleanno lo scorso 2 novembre. Era ricoverato da giorni in una clinica romana per accertamenti, dopo essere stato colpito da un grave scompenso cardiaco. É arrivato ad ottant’anni con una storia ricca, di vero attore, di maestro di tecnica, di personaggio di grande ironia e carisma, amatissimo dal pubblico piu’ evoluto come dalla grande platea degli spettatori televisivi. Un personaggio pubblico, quindi, ma che ha sempre difeso la sua vita privata fino all’ultimo, nei momenti positivi e in quelli negativi come il ricovero in terapia intensiva della notte prima dei suoi ottanta, in piena era covid, ma per un attacco di cuore che non era il primo.

Il Proietti Globe Theatre

Un lungo, lunghissimo, commosso applauso di 5 minuti ha salutato l’ultima entrata in scena di Gigi Proietti nel “suo” Globe Theatre, il teatro elisabettiano che ha creato e guidato per 17 anni nel cuore di Villa Borghese e che ora porterà il nome del mattatore. Il pubblico è stato contingento per rispettare le norme anti Covid. Ad accogliere la moglie Sagitta Alter e le figlie Carlotta e Susanna, l’ex sindaco di Roma Walter Veltroni insieme ad altri tantissimi artisti, figli della scuola del grande Proietti.

Raggi: “Roma ha perso una parte della propria anima”

La prima a parlare è stata la prima cittadina di Roma, Virginia Raggi, collegata via Skype perchè positiva al coronavirus: «Roma dà l’ultimo saluto a Gigi Proietti, amatissimo da tutti noi. Lo abbiamo fatto percorrendo le strade di Roma, alcuni luoghi simboli della sua città e abbiamo visto lungo il percorso delle persone che applaudivano e che guardavano un pezzo importante di questa città. Roma ha perso una parte della propria anima, ma ora siamo tutti qui al Globo e abbiamo raggiunto un altro luogo simbolo, tanti sono i luoghi che Roma ricorda con Gigi Proietti».

Una tesi su Proietti

Davanti all’ingresso del Globe c’è Katiuscia Torquati, una 31enne in sedia a rotelle da Torre Angela: “Ho fatto la tesi di laurea triennale in Storia del teatro su di lui – dice –  commossa – me l’ha autografata. L’ho conosciuto quando nel 2016 venni al Globe a vedere Kean, sapeva che sarei venuta e alla fine dello spettacolo mi ha incontrata. Non lo dimenticherò mai”.

Veltroni: “Oggi Roma ha un colle in meno”

“Insieme progettammo e realizzammo il Globe Theatre che era il suo sogno. Ne parlammo un giorno in Campidoglio e qualche mese dopo lo inaugurammo. Il Globe, come prima il Brancaccio, era la sua passione, lo sentiva come la sua casa. Ogni volta che ci parlavamo mi raccontava del pubblico, degli spettacoli, delle persone che ci lavoravano. Oggi Roma ha un colle in meno” aggiunge Walter Veltroni.

Il teatro shakespeariano di Proietti

“Oltre ad esser stato un profondo conoscitore del teatro shakespeariano con le sue opere e tragedie, Gigi Proietti aveva intuito la potenza del dialetto. Aveva compreso quanto fossero importanti i dialetti per un popolo. A me stava simpatico per questa sua attrazione fondamentale per il dialetto”. Lo ha dichiarato il presidente Umberto Bossi nell’ultimo saluto a Gigi Proietti.

Brignano: “Mi hai aperto la porta dei sogni”

Commosso il saluto dell’attore Enrico Brignano: “Maestro mio è arrivato il momento dei saluti. Se fossi bravo come te avrei composto un sonetto, una poesia per dire quello che sei stato veramente e quello che sei stato adesso per tutta questa gente. Lo faccio in prosa a modo mio, anche se è difficile salutare te che mi hai aperto la porta dei sogni. Sei un gigante con cui ci siamo dovuti confrontare, ma sei stato anche il nostro riparo ogni volta che ne abbiamo avuto bisogno. Ora non posso più vederti, e quel più proprio non riesco a dirlo…”.

 

Rossella Avella: